“Nello scorso decennio il processo di concentrazione nel settore bancario ha comportato diffusi cambiamenti nelle relazioni tra banche e imprese. Numerosi intermediari sono scomparsi, altri sono stati interessati da fenomeni di ristrutturazione dopo essere entrati a far parte di gruppi creditizi. Questi cambiamenti potrebbero avere avuto ripercussioni sulla disponibilità di credito, soprattutto per le imprese che traggono maggiori benefici da stabili relazioni di clientela con banche di piccola dimensione. Diversi studi sugli effetti delle concentrazioni bancarie hanno mostrato che le banche coinvolte in queste operazioni tendono a ridurre la disponibilità di credito per diverse ragioni: processi di ristrutturazione, cambiamenti nel business focus e nella propensione al rischio, adozione di nuove procedure di selezione dei clienti. Alcuni di questi fattori tendono a produrre effetti permanenti, altri soltanto transitori. Da un punto di vista macroeconomico la questione rilevante è quella di stabilire se la riduzione dell’offerta di prestiti di alcune banche si rifletta in un calo della disponibilità complessiva del credito oppure trovi compensazione nell’espansione dell’offerta di altri intermediari.”
(Emilia Bonaccorsi di Patti e Giorgio Gobbi)
Questione interessante.
Sicuramente le pmi sono le più vulnerabili alla riduzione dell’offerta nel mercato del credito, specie se non hanno la possibilità di diversificare le proprie fonti di finanziamento.
lunedì 25 maggio 2009
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