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martedì 16 giugno 2009

Mediobanca: tutta la storia del gruppo di Cesare Geronzi

Cesare GeronziMediobanca, l'istituto guidato da Cesare Geronzi, è oggi il principale gruppo bancario italiano, nato da una lunga serie di fusioni e acquisizioni che si sono susseguite nel corso degli anni.
La sua storia è sicuramente interessante per la mia tesi e per chiunque si occupi dell'argomento fusioni.

Mediobanca nasce nell'immediato dopoguerra per iniziativa della Banca Commerciale Italiana (l'attuale Intesa San Paolo) alla quale si associa subito il Credito Italiano (oggi UniCredit) e in seguito il Banco di Roma (poi Capitalia, fusa nel 2007 in UniCredit), per soddisfare le esigenze a medio termine delle imprese produttrici e per stabilire un rapporto diretto tra il mercato del risparmio e il fabbisogno finanziario per il riassetto produttivo delle imprese.

Fin dagli inizi, Mediobanca sostiene i principali gruppi industriali italiani. L’istituto è stato anche tra i primi ad entrare nel settore parabancario con Spafid per le gestioni fiduciarie (1948), Compass per il credito al consumo (1951) e Selma, ora SelmaBipiemme Leasing, per il leasing (1970).

Nel marzo 1956 le azioni Mediobanca vengono ammesse alla quotazione in Borsa: è il primo titolo bancario quotato nel dopoguerra.

Negli anni Settanta Mediobanca svolge un ruolo importante nella ristrutturazione dell’industria italiana in quanto banca di riferimento dei maggiori gruppi del paese. Ciò si riflette anche sul portafoglio di partecipazioni che a metà degli anni Settanta includeva Generali (4,5 %), Fiat (2,5 %), Montedison (2,5 %), Olivetti (5 %), Pirelli&C (3,3 %) e Fondiaria Vita (10 %).

Nel gennaio 1988 viene definito un nuovo assetto azionario per stabilire un equilibrio tra soci pubblici e privati mantenendo l’indipendenza gestionale precedentemente, garantita da un patto di sindacato che univa le banche a controllo pubblico ad alcune tra le più affermate banche d’investimento internazionali. Le tre banche fondatrici riducono il loro possesso dal 57 % al 25 % del capitale; una quota di tali azioni (25 %) viene rilevata da un gruppo di imprese private che così raggiungono una partecipazione equivalente a quella delle tre banche, stipulando con le stesse un sindacato di blocco; la restante quota del pacchetto (circa il 7 %) viene collocata sul mercato nel novembre 1988.

Nel 1990 viene costituita Mediobanca International, per operare sul mercato internazionale dei capitali, e nel 1992 nasce Micos (oggi Che Banca!) per operare nel settore dei finanziamenti immobiliari.

Nel 1998 viene costituita MB Finstrutture, incorporata nel 2005 in Mediobanca, per la consulenza e la realizzazione di progetti di investimento da attuare con il ricorso a soluzioni di finanza strutturata.

La fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio vedono la privatizzazione dei maggiori gruppi bancari e industriali italiani e un boom di quotazioni concentrate prevalentemente nei settori tecnologici. Mediobanca coordina in questo periodo le privatizzazioni di Banca di Roma, BNL, Telecom Italia, Enel e procede alla quotazione di numerose società.

Nello stesso periodo anche il portafoglio partecipazioni di Mediobanca viene ampliato; in particolare, la quota in Assicurazioni Generali viene progressivamente incrementata sino al 12,5 %, in parte tramite l’acquisto e successiva incorporazione nel 2001 dell’Euralux (Gruppo Lazard).

Nell'aprile 2000 Banca Commerciale Italiana, divenuta parte del gruppo Intesa, cede la sua partecipazione in Mediobanca ad altri membri del sindacato di blocco.

Negli stessi anni il gruppo entra nel comparto del private banking, per valorizzarne le sinergie con l’investment banking.

Nel luglio 2000 viene costituita Duemme, in joint venture con Mediolanum, per operare nel private banking di fascia alta; la società, denominata poi Banca Esperia, diviene operativa nel luglio 2001 e nell’arco di pochi anni si afferma come importante operatore domestico. Nel maggio 2002 Mediobanca stipula un accordo di put & call per il rilievo da Commerzbank del 34 % di Compagnie Monégasque de Banque (CMB), banca leader nel private banking nel principato di Monaco; l’anno successivo il possesso viene elevato al 61.64 % e nel dicembre 2004 viene raggiunto il controllo totale.

Nell'aprile 2003 il patto di sindacato di Mediobanca viene modificato a seguito dell'adesione di un gruppo di investitori esteri comprendenti i Gruppi Bolloré e Groupama con una quota complessiva del 10 %.

Dallo stesso anno, che vede anche la nomina dell’attuale gruppo direttivo, viene dato nuovo impulso alla crescita delle attività bancarie al fine di completare la gamma prodotti, sviluppare la rete distributiva e raggiungere un maggior grado di internazionalizzazione.

Nel luglio 2004 prende avvio la succursale di Parigi; nel 2006 viene aperto l’ufficio di brokeraggio a New York seguito, nel 2007, dall’apertura delle filiali di Madrid e Francoforte operative nell’attività creditizia e di advisory.

A fine 2007, dopo la fusione con Capitalia, UniCredit ha ceduto le azioni Mediobanca che questa deteneva (9,37 %). Le azioni sono cedute per il 7,4 % a soci, anche nuovi, che le mantengono vincolate al patto, mentre il residuo 2 % è ceduto a terzi sul mercato. Il patto di sindacato scende di conseguenza al 45,6 % nel dicembre 2007.

È nel giugno di quest’anno che Cesare Geronzi viene nominato all’unanimità presidente del consiglio di sorveglianza.

Sempre nel dicembre 2007, Mediobanca acquisisce Linea dal Banco Popolare e dalla Banca Popolare di Vicenza con un esborso di 405m di euro. L’operazione avviene tramite la controllata Compass che raddoppia il suo portafoglio crediti e diventa così il terzo operatore specializzato nel credito al consumo in Italia.

Nel 2008 diventa operativa la sede di Londra, focalizzata sulle attività di capital markets.

Nel maggio 2008, seguendo il disegno strategico enunciato nel piano industriale 2009-2011 approvato nel marzo dello stesso anno, l’istituto di Cesare Geronzi potenzia la sua presenza nel segmento retail: Micos Banca, tradizionalmente attiva nell’erogazione di mutui immobiliari, assume la nuova denominazione di CheBanca! e amplia l’operatività a prodotti di risparmio e di conto corrente, adottando un modello di distribuzione multicanale (internet, call center, filiali).

venerdì 22 maggio 2009

Nasce Prima sgr, joint fra Clessidra e Mps: "Presto aggregazioni"

E' stata presentata ieri Prima sgr, la joint venture fra Clessidra (67 %) e Mps (33 %) nel risparmio gestito.

"Partiamo da una massima critica amministrata significativa, circa 20 miliardi. Non siamo piccoli, ma vogliamo crescere ancora, sia per linee interne che per aggregazioni" ha dichiarato Claudio Sposito, presidente di Clessidra.

Secondo Il Messaggero, sul tavolo ci sarebbe già il primo dossier concreto: Arca, società di asset management di proprietà del Banco Popolare (28,3 %), Ubi (26,7 %), Bpm (20,2 %), Popolare di Vicenza (10,9 %), Popolare di Sondrio (5,9 %) e altre banche minori.
Ubi e Vicenza vogliono disimpegnarsi e in vendita ci sarebbe una quota complessiva del 36,6 %.
Ma Clessidra dovrà vedersela con altri pretendenti: Banca Leonardo, Caam (Calyon) e il fondo 3i. Il riassetto è comunque ancora alle prime battute e l'arrivo di un partner dovrà fare i conti con gli accordi da stipulare con le altre popolari, specie per quanto riguarda la distribuzione dei prodotti.

giovedì 30 aprile 2009

Irfis in utile, ma pesa la mancata cessione alla BPVi

L'assemblea dei soci dell'Irfis-Mediocredito della Sicilia (gruppo UniCredit) ha approvato il bilancio d'esercizio 2008, i cui risultati economici hanno evidenziato un margine di interesse in crescita del 17% e pari a 14,1 milioni di euro e un margine di intermediazione di 18 milioni di euro (+11%). Dopo accantonamenti e rettifiche di valore per importi significativi, la gestione si è chiusa con un utile al lordo delle imposte di 1,2 milioni di euro. Nel corso del 2008, nonostante una netta contrazione degli investimenti delle imprese, la banca ha erogato crediti a medio termine per 140 milioni di euro.
Nonostante questo risultato positivo sul futuro dell’istituto di mediocredito regionale pesa la mancata cessione alla Banca Popolare di Vicenza, bocciata da Bankitalia. Dalla Popolare l'Irfis sarebbe poi transitata in Banca Nuova, che controlla l'istituto bancario vicentino. L'Irfis invece è rimasta a Unicredit, che ha però già al suo interno un istituto simile che si occupa di mediocredito.