E’ stato presentato allo Spazio CityLife il libro di Arnaldo Borghesi "I guasti del libero mercato. Gli effetti del divorzio tra finanza e industria", edito da Egea, con prefazione di don Antonio Mazzi. Alla discussione hanno partecipato, oltre all’autore, Corrado Passera, Maurizio Dallocchio e Osvaldo De Paolini.
Di fronte a una nutrita platea di imprenditori e professionisti del mondo economico, finanziario, legale e industriale, l'autore Arnaldo Borghesi ha presentato il tema cardine del libro, ripercorrendo le fasi salienti della crisi globale, originata dalla finanza e propagatasi poi all'economia reale, i cui effetti stanno tuttora influenzando le economie mondiali.
Molta della finanza facile, quella che oggi è in default, è stata fatta dai giovani trentenni di Londra e New York: intelligenti, cinici, lavoratori; ma anche ignoranti, presuntuosi, arroganti: erano l'elite destinata a cambiare il mondo e trattavano coloro che con prudenza ricordavano le situazioni negative di un passato pur recente come ruderi da museo. La ragioneria poi era una materia da trogloditi: quanti fra i giovani bankers sapevano che cos'è, e sapevano usare, un mastrino? E quanti, invece di imparare la lezione di Lehman, hanno scelto di rimuovere e ignorare tutto?
La diagnosi dei mali riguarda anche l'Italia: dallo scudo fiscale ai patti di sindacato, dal controllo di RCS alle privatizzazioni e ai salvataggi, l'analisi è impietosa.
Ma l'autore dà anche suggerimenti e idee per un rilancio reale dell'economia, assegnando un ruolo fondamentale alle regole del mercato quali strumenti per costruire una finanza aziendale sottratta al conseguimento di obiettivi di ritorno a brevissimo termine e all'equazione che crescita aziendale sia comunque e sempre creazione di valore. Una finanza che sa calcolare e che non dimentica, com'è successo in questi anni, il concetto di rischio e la capacità di valutarlo con competenza e realismo.
La discussione, moderata dal direttore di Milano Finanza Osvaldo De Paolini, è poi proseguita con l’intervento di Corrado Passera, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo, e con quello di Maurizio Dallocchio, docente di Finanza Aziendale all’Università Bocconi di Milano.
Per saperne di più: http://www.city-life.it/index.php?option=com_extend&view=article&id=32:presentazione-del-libro-i-guasti-del-libero-mercato&catid=2:eventi&Itemid=53&lang=it
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venerdì 15 luglio 2011
martedì 22 dicembre 2009
Intesa Sanpaolo: pressing degli azionisti

“In particolare nei mesi scorsi Angelo Benessia, presidente della Compagnia San Paolo, ha cercato di dare la spallata, facendo pesare il ruolo di azionista più importante e puntando sulla nomina di un nuovo direttore generale al posto di Francesco Micheli, scelto da Passera così come il responsabile del corporate, Gaetano Micciché. Ma, in occasione dell'assemblea di primavera, l'intero assetto di governo del gruppo verrà sottoposto alla verifica: dai vertici del consiglio di gestione (che ha come presidente Enrico Salza) a quello di sorveglianza (guidato da Giovanni Bazoli)”.
mercoledì 21 ottobre 2009
Intesa SanPaolo cambia lo statuto

Il sistema duale, che pure è oggetto di studio, non sarà per il momento rivisitato. Resta, dunque, l'impianto basato su un consiglio di sorveglianza (presieduto da Giovanni Bazoli, la cui riconferma è scontata da parte di tutti gli azionisti) e un consiglio di gestione. Al cui vertice si è già ricandidato il presidente Enrico Salza. La guida operativa, stando agli accordi in via di definizione tra le Fondazioni azioniste, resterà affidata all'amministratore delegato Corrado Passera. A cui però la Compagnia San Paolo, per rafforzare il ruolo della componente torinese, vorrebbe vedere aggiunta una figura di direttore generale, con poteri codificati dallo statuto. Dopo l'uscita (traumatica, malgrado gli sforzi delle diplomazie) di Pietro Modiano, la direzione generale è stata affidata a Francesco Micheli, cui Passera ha affidato la guida della Banca dei Territori. «Già abbiamo un direttore generale», ha ricordato ieri Salza. A Torino chiedono che questa delicata "poltrona" non solo torni a essere occupata da un manager designato dai torinesi, come previsto dagli accordi tra Intesa e Sanpaolo, ma che i suoi poteri vengano previsti e definiti dallo statuto (e non come ora, attribuiti al consigliere delegato e da lui attribuiti ai manager). Un'attribuzione di poteri che, stando agli accordi in via di definizione tra le Fondazioni, dovrebbe essere codificata da un accordo preventivo – da siglarsi al massimo entro la fine dell'anno – in modo da sancire anche formalmente nuovi equilibri nella governance di Intesa Sanpaolo.
(da Il Sole 24 Ore)
lunedì 7 settembre 2009
Chi è Corrado Passera
Corrado Passera è Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo dal momento della fusione delle due banche. E’ membro del Consiglio di Amministrazione dell'Università Bocconi, Consigliere e Membro del Comitato Esecutivo dell'ABI, del Comitato Scientifico di Consulenza della Scuola Normale Superiore di Pisa, dell'International Advisory Board della Wharton School, dell'International Business Council del World Economic Forum e del Consiglio Generale della Fondazione Cini. Inizia il suo percorso professionale nel 1980 in McKinsey, quindi Direttore Generale a CIR, successivamente Amministratore Delegato di Arnoldo Mondadori Editore, poi Vice Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Espresso-Repubblica. Nel 1992 passa al Gruppo Olivetti come Co-Amministratore Delegato. Nel 1996 è Amministratore Delegato e CEO del Banco Ambrosiano Veneto. Dal 1998 al 2002 è Amministratore Delegato in Poste Italiane. Dal 2002 è Amministratore Delegato di Banca Intesa.
venerdì 4 settembre 2009
Corrado Passera: intelligenza emotiva e gestione aziendale
Domenica 6 settembre a Sarzana, in occasione del Festival della Mente Corrado Passera, CEO e Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo, insieme con Paolo Legrenzi, docente di Psicologia cognitiva e studioso di finanza comportamentale e dell'organizzazione dei processi di decisione, terrà un incontro dal titolo “L'intelligenza emotiva e creativa nella gestione aziendale”
L’appuntamento è per le ore 11.30 in piazza Matteotti.
Il biglietto costa 3,50 euro e può essere acquistato on line con il 10% di diritto di prevendita.
http://www.festivaldellamente.it
L’appuntamento è per le ore 11.30 in piazza Matteotti.
Il biglietto costa 3,50 euro e può essere acquistato on line con il 10% di diritto di prevendita.
http://www.festivaldellamente.it
lunedì 27 luglio 2009
Il ruolo delle banche nella crescita del Paese
“La concorrenza è uno strumento formidabile in settori, come quello bancario, aperto alla concorrenza: e i risultati non mancheranno, come si è visto: siamo il paese dell’Europa continentale dove la concorrenza è più forte: abbiamo quattro grandi banche internazionali con quattro grande filiali di agenzie: non c’è parallelo in Europa per una struttura tanto competitiva, con benefici di ampia portata senza dispersioni di valore.
Il settore bancario è una metafora positiva di ciò che sta succedendo in Italia? Probabilmente no: non abbiamo la previsione di declinare, ma siamo un paese che ha il rischio declino dietro l’angolo: non sta investendo abbastanza, dal sistema giudiziario alle infrastrutture all’istruzione al sistema di coesione sociale: è, quest’ultimo, l’indice del successo di un paese (dinamismo, mobilità sociale, l’energia che ha dentro, la capacità di selezionare attraverso il merito e di portare avanti chi dimostra di saper crescere): spesso in Italia non è il merito a far scattare la crescita, ma l’anzianità, l’appartenenza…
Le banche possono sicuramente avere un ruolo costruttivo: è un sistema di meritocrazia e di fiducia: noi ci sentiamo co-responsabili della crescita del nostro paese: è un lavoro altamente responsabilizzante e importante, basta sbagliare l’1% dei crediti per perdere tantissimo: è un settore che si sta sviluppando molto, ma dove si sta anche generando e articolando grandissima competenza. Il paese ha interesse ad avere intelligenze, impiego per le persone migliori che escono dalle università.
Siamo un ponte tra le aziende e le università: se le aziende si appoggiano a centri d’eccellenza universitari, hanno in mano gli strumenti per innovarsi, internazionalizzarsi, crescere: in questo scambio, le banche possono avere ruolo importante: non sono soltanto prestatori di denaro, ma anche investitori. Questo processo noi lo abbiamo iniziato, e siamo intenzionati a proseguirlo.”
(da un intervento di Corrado Passera durante una conferenza alla Scuola Normale di Pisa)
Il settore bancario è una metafora positiva di ciò che sta succedendo in Italia? Probabilmente no: non abbiamo la previsione di declinare, ma siamo un paese che ha il rischio declino dietro l’angolo: non sta investendo abbastanza, dal sistema giudiziario alle infrastrutture all’istruzione al sistema di coesione sociale: è, quest’ultimo, l’indice del successo di un paese (dinamismo, mobilità sociale, l’energia che ha dentro, la capacità di selezionare attraverso il merito e di portare avanti chi dimostra di saper crescere): spesso in Italia non è il merito a far scattare la crescita, ma l’anzianità, l’appartenenza…
Le banche possono sicuramente avere un ruolo costruttivo: è un sistema di meritocrazia e di fiducia: noi ci sentiamo co-responsabili della crescita del nostro paese: è un lavoro altamente responsabilizzante e importante, basta sbagliare l’1% dei crediti per perdere tantissimo: è un settore che si sta sviluppando molto, ma dove si sta anche generando e articolando grandissima competenza. Il paese ha interesse ad avere intelligenze, impiego per le persone migliori che escono dalle università.
Siamo un ponte tra le aziende e le università: se le aziende si appoggiano a centri d’eccellenza universitari, hanno in mano gli strumenti per innovarsi, internazionalizzarsi, crescere: in questo scambio, le banche possono avere ruolo importante: non sono soltanto prestatori di denaro, ma anche investitori. Questo processo noi lo abbiamo iniziato, e siamo intenzionati a proseguirlo.”
(da un intervento di Corrado Passera durante una conferenza alla Scuola Normale di Pisa)
martedì 21 luglio 2009
La chiave di successo delle fusioni
Ecco qual'è, secondo Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, il segreto per la risucita delle fusioni bancarie: "La direzione comune si trova per una delle due banche in un posto più lontano – geograficamente e culturalmente: se non ci sono subito i meccanismi per accelerare il processo di inserimento, si hanno problemi: la conoscenza – questa la parola chiave - dei settori economici dove la banca ha sempre operato, per nome dei clienti, dei pro e contro di una certa società/un certo mercato, è decisiva: quando si mettono insieme due banche, tale conoscenza si diluisce: e al momento della fusione, si deve avere ben chiaro che parte di una delle due clientele dovrà saper cambiare e sapersi riadattare. Ogni banca ha una sua ricetta per seguire tale adattamento."
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giovedì 16 luglio 2009
Da Cesare Geronzi a Giorgio Napolitano, sfilata di star della Finanza a Piazza Affari
C'era una vera e propria sfilata di star della finanza, dell'economia e della politica italiana, lunedì mattina a Milano, nella sede della Borsa italiana a Piazza Affari, per l'assemblea annuale della Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa.
Oltre al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, c'erano il ministro dell'economi, Giulio Tremonti, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Non sono mancati il presidente e l'amministratore delegato di Mediobanca Cesare Geronzi e Alberto Nagel, il presidente di Unicredit Dieter Rampl e l'amministratore delegato dell'istituto Alessandro Profumo, arrivato a piedi in compagnia del vicepresidente e governatore della Banca Centrale Libica Farhat Omar Bengdara.
Presenti anche il presidente di Eni Roberto Poli, il numero uno dell'Abi Corrado Faissola, il presidente del Telecom Itali, Gabriele Galateri e quello del gruppo Rcs Piergaetano Marchetti. Massimo Ponzellini, presidente di Bpm e di Impregilo, e' arrivato in compagnia di Salvatore Ligresti; nella lista dei partecipanti anche l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera, il fondatore di Geox Mario Moretti Polegato, il neo presidente di Assolombarda Alberto Meomartini e il numero uno di Piaggio Roberto Colaninno.
Tra gli ultimi e' arrivato l'amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, mentre in rappresentanza del mondo della politica sono presenti il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, il sindaco di Milano Letizia Moratti e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta.
Oltre al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, c'erano il ministro dell'economi, Giulio Tremonti, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Non sono mancati il presidente e l'amministratore delegato di Mediobanca Cesare Geronzi e Alberto Nagel, il presidente di Unicredit Dieter Rampl e l'amministratore delegato dell'istituto Alessandro Profumo, arrivato a piedi in compagnia del vicepresidente e governatore della Banca Centrale Libica Farhat Omar Bengdara.
Presenti anche il presidente di Eni Roberto Poli, il numero uno dell'Abi Corrado Faissola, il presidente del Telecom Itali, Gabriele Galateri e quello del gruppo Rcs Piergaetano Marchetti. Massimo Ponzellini, presidente di Bpm e di Impregilo, e' arrivato in compagnia di Salvatore Ligresti; nella lista dei partecipanti anche l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera, il fondatore di Geox Mario Moretti Polegato, il neo presidente di Assolombarda Alberto Meomartini e il numero uno di Piaggio Roberto Colaninno.
Tra gli ultimi e' arrivato l'amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, mentre in rappresentanza del mondo della politica sono presenti il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, il sindaco di Milano Letizia Moratti e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta.
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mercoledì 15 luglio 2009
Che farà Intesa Sanpaolo?

La pesante svalutazione di Borsa del titolo Intesa Sanpaolo è stata d'altronde alla base della controversa decisione del Credit Agricole di vincolare il suo pacchetto (5,4%) a quello delle Generali (5%). Il "patto di consultazione" (un accordo parasociale particolarmente leggero) ha consentito al gruppo francese di mantenere la qualifica di "stabile, strategica" alla sua quota, evitando l'intero abbattimento del valore in bilancio (1 miliardi di euro). L'Antitrust italiano ha però eccepito di non poter accogliere nessuna deroga al piano approvato tre anni fa, quando fu decisa la fusione fra Intesa e Sanpaolo. Allora il Credit Agricole (non del tutto favorevole) fu "risarcito" con la cessione del gruppo CariParma, obbligandosi tuttavia a non aver più alcuna voce in capitolo in Intesa-Sanpaolo. Anche le Generali, dal canto loro, soffrirono una limitazione nella portata dalla loro alleanza "bancassicurativa" (distribuzione di prodotti assicurativi e di risparmio) presso l'intera rete Intesa. Il gruppo (che in passato era stato sempre governato da patti di sindacati rigidi, guidati da Bazoli) era così rimasto una "public company", con un solido presidio di fondazioni italiane (Cariplo, Sanpaolo, Cassa Padova, Cassa Bologna, Cassa Firenze) forti oggi del 25% circa della banca, ma senza collegamenti organici tra loro o con il gruppo Zaleski (che ha il un altro 5%). Sull'altro versante, Generali manteneva la sua posizione mista e l'Agricole la sua distinta situazione di "investitore finanziario".” (Il Sussidiario)
lunedì 13 luglio 2009
I problemi delle fusioni
"Alcune fusioni hanno creato disastri; la maggioranza delle fusioni determina risultati non all’altezza di quelli sperati, perché si crea un livello di complessità e burocratizzazione ancora più complessa: si deve creare sinergia ed economia per semplificare, non per complicare.
Altre fusioni invece sono state realizzate male: ci deve essere una guida molto forte: se non si ha un’idea di dove si vuole procedere insieme, invece di sommare virtù si esprimono difetti crescenti: è un tema di scelta di modelli organizzativi e informativi: centrale è la capacità di dare alle organizzazioni che si mettono insieme un obiettivo comune, più bello e attraente di quello che si perseguiva da soli: realizzare una nuova situazione organizzativa aziendale che può essere migliore per i clienti, per chi ci sta dentro e per gli azionisti della nuova azienda." (Corrado Passera, ad di Intesa Sanpaolo)
Altre fusioni invece sono state realizzate male: ci deve essere una guida molto forte: se non si ha un’idea di dove si vuole procedere insieme, invece di sommare virtù si esprimono difetti crescenti: è un tema di scelta di modelli organizzativi e informativi: centrale è la capacità di dare alle organizzazioni che si mettono insieme un obiettivo comune, più bello e attraente di quello che si perseguiva da soli: realizzare una nuova situazione organizzativa aziendale che può essere migliore per i clienti, per chi ci sta dentro e per gli azionisti della nuova azienda." (Corrado Passera, ad di Intesa Sanpaolo)
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mercoledì 1 luglio 2009
Corrado Passera: il futuro delle fusioni bancarie
Riporto le previsioni di Corrado Passera a proposito del fenomeno delle fusioni bancarie:
"Questo processo continuerà, anche se a livelli domestici in molti paesi europei ha raggiunto quasi il completamento: anche in Italia, come in Inghilterra, Francia e Spagna. La Germania è invece lontanissima da questi risultati, le banche pubbliche locali sono quasi la maggioranza, con quote di mercato del 5, 6, 7%: il processo di consolidamento non è ancora avvenuto.
Si inizia a vedere un inizio di consolidamento a livello di Unione Europa: Unicredito con HVB in Germania, per esempio, nel campo del retail banking, del mercato al dettaglio: ancora all’inizio perché non si è ancora raggiunto un sistema omogeneo, con regole uniformi: è ancora molta la parte così diversa che impedisce buoni e consolidati risultati.
Tra i paesi dell’Europa occidentale e la “nuova Europa” (Europa meridionale e orientale)? Ci sono state operazioni transnazionali feconde di prossimi risultati: a questi paesi noi abbiamo guardato per cogliere le possibilità di crescita nell’ambito di progetti di de-localizzazione.
Ci sono poi anche molti altri casi di investimenti internazionali nell’Asia, America Latina (simile all’Est Europa con eccezioni di imprese locali in Brasile estremamente forti): processo che si è messo in moto e continuerà.
Ma non verso un’unica direzione. I fenomeni in economia non possono essere estrapolati come un’unica derivata: molte banche che si sono fuse torneranno a separarsi, perché alcune pensano di far funzionare meglio gli attivi: questo gioco del monopolio che ha alle spalle una fortissima valenza economico-industriale, proseguirà nei prossimi anni.
Alcune banche – come l’HSBC – diventeranno globali, ma non vi saranno solo banche generaliste: vedremo anche banche che si specializzeranno (pubblic finance, asset management) in determinati settori.
Esiste dunque una gamma ampia di modalità per avere successo, ma una cosa è certa: le piccole banche, se non per mercati marginali, non potranno più esistere: solo o banche specializzate o banche globali."
"Questo processo continuerà, anche se a livelli domestici in molti paesi europei ha raggiunto quasi il completamento: anche in Italia, come in Inghilterra, Francia e Spagna. La Germania è invece lontanissima da questi risultati, le banche pubbliche locali sono quasi la maggioranza, con quote di mercato del 5, 6, 7%: il processo di consolidamento non è ancora avvenuto.
Si inizia a vedere un inizio di consolidamento a livello di Unione Europa: Unicredito con HVB in Germania, per esempio, nel campo del retail banking, del mercato al dettaglio: ancora all’inizio perché non si è ancora raggiunto un sistema omogeneo, con regole uniformi: è ancora molta la parte così diversa che impedisce buoni e consolidati risultati.
Tra i paesi dell’Europa occidentale e la “nuova Europa” (Europa meridionale e orientale)? Ci sono state operazioni transnazionali feconde di prossimi risultati: a questi paesi noi abbiamo guardato per cogliere le possibilità di crescita nell’ambito di progetti di de-localizzazione.
Ci sono poi anche molti altri casi di investimenti internazionali nell’Asia, America Latina (simile all’Est Europa con eccezioni di imprese locali in Brasile estremamente forti): processo che si è messo in moto e continuerà.
Ma non verso un’unica direzione. I fenomeni in economia non possono essere estrapolati come un’unica derivata: molte banche che si sono fuse torneranno a separarsi, perché alcune pensano di far funzionare meglio gli attivi: questo gioco del monopolio che ha alle spalle una fortissima valenza economico-industriale, proseguirà nei prossimi anni.
Alcune banche – come l’HSBC – diventeranno globali, ma non vi saranno solo banche generaliste: vedremo anche banche che si specializzeranno (pubblic finance, asset management) in determinati settori.
Esiste dunque una gamma ampia di modalità per avere successo, ma una cosa è certa: le piccole banche, se non per mercati marginali, non potranno più esistere: solo o banche specializzate o banche globali."
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venerdì 29 maggio 2009
Intesa, sul tavolo il dossier Fideuram
Da Il Messaggero, un'altra notizia che riguarda Intesa Sanpaolo:
"Si rimette in moto il risiko nel mondo finanziario e bancario italiano e, oltre alle sgr, i riflettori si accendono su Banca Fideuram, il polo del private banking e dei promotori finanziari di Intesa Sanpaolo. La banca guidata da Corrado Passera, secondo quanto risulta a Il Messaggero, sarebbe affiancata da tempo Morgan Stanley e Leonardo & co per trovare forme di valorizzazione di alcune attività parabancarie. Di recente sarebbe stata maturata l'opportunità di valorizzare l'istituto romano che potrebbe comprendere anche il deconsolidamento della partecipazione, leggi cessione del controllo o in alternativa la fusione con un'altra società. Anche perchè la banca romana non è considerata strategica. L'intera operazione è ancora in una fase preliminare per cui non ci sarebbero trattative vere e proprie. Ma al dossier Fideuram sarebbero interessati alcuni soggetti, tra i quali fondi di private equity internazionali e una grande banca internazionale. Top secret sull'identità di quest'ultima anche se per i valori di prezzo in gioco, i sospetti si concentrando sulla spagnola Santander e sulla francese Bnp Paribas"
"Si rimette in moto il risiko nel mondo finanziario e bancario italiano e, oltre alle sgr, i riflettori si accendono su Banca Fideuram, il polo del private banking e dei promotori finanziari di Intesa Sanpaolo. La banca guidata da Corrado Passera, secondo quanto risulta a Il Messaggero, sarebbe affiancata da tempo Morgan Stanley e Leonardo & co per trovare forme di valorizzazione di alcune attività parabancarie. Di recente sarebbe stata maturata l'opportunità di valorizzare l'istituto romano che potrebbe comprendere anche il deconsolidamento della partecipazione, leggi cessione del controllo o in alternativa la fusione con un'altra società. Anche perchè la banca romana non è considerata strategica. L'intera operazione è ancora in una fase preliminare per cui non ci sarebbero trattative vere e proprie. Ma al dossier Fideuram sarebbero interessati alcuni soggetti, tra i quali fondi di private equity internazionali e una grande banca internazionale. Top secret sull'identità di quest'ultima anche se per i valori di prezzo in gioco, i sospetti si concentrando sulla spagnola Santander e sulla francese Bnp Paribas"
giovedì 28 maggio 2009
Come nascono le fusioni bancarie?
Riporto un'interessante riflessione di Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa-SanPaolo, sulla nascita delle fusioni bancarie.
"Come nascono le fusioni bancarie? Per fenomeni soprattutto di mercato. Ancora dieci, quindici anni fa, l’Italia era fatta di molte piccole banche, molto legate al territorio, ma in molti micromercati c’era un’unica piccola banca: di fatto delle aziende, ma molto legate al mondo pubblico: entità più legate, in quella fase, allo sviluppo della zona in cui stavano più che ad operazioni di lungo termine per gli azionisti. Erano tutte pubbliche, tutte dello Stato, ed era un settore molto controllato. Sono state un contributo fortissimo alla ricostruzione del Paese.
Poi i mercati sono divenuti sempre più legati, in certi settori (corporate banking, investment banking, operazioni di fusione e acquisizione per le industrie) si è cominciato ad operare a livello europeo e a globalizzarsi; contemporaneamente, tecnologie informatiche permettevano di collegare a distanza organizzazioni diverse: nuove esigenze di servizio sono state accompagnate da una formidabile visione: l’Italia, a differenza del resto dei grandi paesi europei, ha avuto la visione di privatizzare la banche.
E si è messa in moto una corsa, quasi, ad articolare le piccole banche in sistemi più articolati e complessi.
La privatizzazione non poteva avvenire senza liberalizzazione: si è messo in moto il meccanismo della concorrenza. Nel sistema bancario italiano degli ultimi cinque-dieci anni, si deve parlare degli effetti benefici di una concorrenza ben pensata, con alla base una privatizzazione graduale e saggia della politica pubblica: ha creato a valanga un effetto di crescita formidabile: ristrutturazione, investimenti, creazione di un’economia di scala.
È stato fondamentale creare “economie di scopo”: avere, cioè, una dimensione per poter fare qualcosa che altrimenti non è possibile: se è necessario fare grandi investimenti per avere economie di scopo, uno dei modi principali per farlo è fare le fusioni bancarie. Fenomeno delle fusioni nasce da un’esigenza che si chiama concorrenza, che in termini di qualità, varietà, quantità dei prodotti e discesa dei prezzi ha prodotto molto (il margine sui finanziamenti alle imprese si è ridotto di un terzo negli ultimi anni: tutto il lavoro fatto ha portato a un fortissimo recupero dei costi e un abbassamento della soglia dei costi strutturali). "
(Corrado Passera)
"Come nascono le fusioni bancarie? Per fenomeni soprattutto di mercato. Ancora dieci, quindici anni fa, l’Italia era fatta di molte piccole banche, molto legate al territorio, ma in molti micromercati c’era un’unica piccola banca: di fatto delle aziende, ma molto legate al mondo pubblico: entità più legate, in quella fase, allo sviluppo della zona in cui stavano più che ad operazioni di lungo termine per gli azionisti. Erano tutte pubbliche, tutte dello Stato, ed era un settore molto controllato. Sono state un contributo fortissimo alla ricostruzione del Paese.
Poi i mercati sono divenuti sempre più legati, in certi settori (corporate banking, investment banking, operazioni di fusione e acquisizione per le industrie) si è cominciato ad operare a livello europeo e a globalizzarsi; contemporaneamente, tecnologie informatiche permettevano di collegare a distanza organizzazioni diverse: nuove esigenze di servizio sono state accompagnate da una formidabile visione: l’Italia, a differenza del resto dei grandi paesi europei, ha avuto la visione di privatizzare la banche.
E si è messa in moto una corsa, quasi, ad articolare le piccole banche in sistemi più articolati e complessi.
La privatizzazione non poteva avvenire senza liberalizzazione: si è messo in moto il meccanismo della concorrenza. Nel sistema bancario italiano degli ultimi cinque-dieci anni, si deve parlare degli effetti benefici di una concorrenza ben pensata, con alla base una privatizzazione graduale e saggia della politica pubblica: ha creato a valanga un effetto di crescita formidabile: ristrutturazione, investimenti, creazione di un’economia di scala.
È stato fondamentale creare “economie di scopo”: avere, cioè, una dimensione per poter fare qualcosa che altrimenti non è possibile: se è necessario fare grandi investimenti per avere economie di scopo, uno dei modi principali per farlo è fare le fusioni bancarie. Fenomeno delle fusioni nasce da un’esigenza che si chiama concorrenza, che in termini di qualità, varietà, quantità dei prodotti e discesa dei prezzi ha prodotto molto (il margine sui finanziamenti alle imprese si è ridotto di un terzo negli ultimi anni: tutto il lavoro fatto ha portato a un fortissimo recupero dei costi e un abbassamento della soglia dei costi strutturali). "
(Corrado Passera)
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giovedì 21 maggio 2009
Cosa sono le fusioni bancarie
Una definizione di fusioni bancarie data da Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa-SanPaolo:
"Ma cosa sono le fusioni bancarie? Ogni volta che da due ne risulta una: una banca incorpora/compra l’altra, una è forte l’altra meno, una è più strutturata l’altra meno: nel caso di Intesa San Paolo, erano tutte e due ambiziose, forti, avviate, ma entrambe hanno anche deciso di accelerare: “insieme è meglio” è il motto dell’impresa, perché insieme hanno potuto fare ciò che non si sarebbe riuscito a fare agendo da sole, insieme raggiungono le dimensioni per iniziative che da sole non avrebbero potuto fare: fusione è tutto ciò che comporta la trasformazione di più organizzazioni in un’unica."
(tratto da un intervento di Corrado Passera durante una conferenza alla Scuola Normale di Pisa)
"Ma cosa sono le fusioni bancarie? Ogni volta che da due ne risulta una: una banca incorpora/compra l’altra, una è forte l’altra meno, una è più strutturata l’altra meno: nel caso di Intesa San Paolo, erano tutte e due ambiziose, forti, avviate, ma entrambe hanno anche deciso di accelerare: “insieme è meglio” è il motto dell’impresa, perché insieme hanno potuto fare ciò che non si sarebbe riuscito a fare agendo da sole, insieme raggiungono le dimensioni per iniziative che da sole non avrebbero potuto fare: fusione è tutto ciò che comporta la trasformazione di più organizzazioni in un’unica."
(tratto da un intervento di Corrado Passera durante una conferenza alla Scuola Normale di Pisa)
lunedì 18 maggio 2009
Le banche secondo Passera
Riporto uno stralcio da un intervento di Corrado Passera in una conferenza alla Normale di Pisa.
"Venti, trent’anni fa le banche erano un sistema fermo, immobile: erano un settore che non aveva ambizioni: ora è un settore tra i più competitivi e potenziali: un mercato fatto di mercati molto collegati tra loro.
La banca che serve il pubblico – “banca al dettaglio” – ha caratteristiche sue proprie diverse da quelle che fanno credito alle industrie, o da quelle dell’assistenza finanziaria alle multinazionali: amministrare in tutto il mondo fondi investimento è diverso dal corporate banking e dal private banking: sono settori tutti molto diversi, che confluiscono in ciò che chiamiamo “banca”. Ogni banca deve decidere “che mestiere fare”.
È un settore molto in movimento: 22 mila operazioni di fusione nell’ultimo anno: in poco meno di dieci anni, è il settore dove ci sono stati più attivismi e mobilità e combinazione."
(Corrado Passera)
"Venti, trent’anni fa le banche erano un sistema fermo, immobile: erano un settore che non aveva ambizioni: ora è un settore tra i più competitivi e potenziali: un mercato fatto di mercati molto collegati tra loro.
La banca che serve il pubblico – “banca al dettaglio” – ha caratteristiche sue proprie diverse da quelle che fanno credito alle industrie, o da quelle dell’assistenza finanziaria alle multinazionali: amministrare in tutto il mondo fondi investimento è diverso dal corporate banking e dal private banking: sono settori tutti molto diversi, che confluiscono in ciò che chiamiamo “banca”. Ogni banca deve decidere “che mestiere fare”.
È un settore molto in movimento: 22 mila operazioni di fusione nell’ultimo anno: in poco meno di dieci anni, è il settore dove ci sono stati più attivismi e mobilità e combinazione."
(Corrado Passera)
giovedì 14 maggio 2009
Il ruolo delle banche nella società
"L’economia è a rischio di declino, ma porta sempre con sé grandi possibilità.
Il settore bancario riveste un ruolo di grande importanza per l’economia e la società: è un intermediario di denaro e di fiducia, di risparmio (affidato alle banche, che lo investono o lo trasformano in credito): le banche sono decisive perché trasformano ciò che è fermo in qualcosa di mobile, facendo del denaro un’energia che crea investimenti.
Le banche, dunque, sono presenti in moltissime fasi quotidiane della vita della gente: hanno la funzione di intermediare fiducia, perché ricevono fiducia dalla gente che affida loro i risparmi, ma danno anche fiducia, perché prestano soldi alle aziende che investono: costituiscono un tassello importante del sistema di fiducia della e nella gente."
(da un intervento di Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa-SanPaolo, durante una conferenza alla Scuola Normale)
Il settore bancario riveste un ruolo di grande importanza per l’economia e la società: è un intermediario di denaro e di fiducia, di risparmio (affidato alle banche, che lo investono o lo trasformano in credito): le banche sono decisive perché trasformano ciò che è fermo in qualcosa di mobile, facendo del denaro un’energia che crea investimenti.
Le banche, dunque, sono presenti in moltissime fasi quotidiane della vita della gente: hanno la funzione di intermediare fiducia, perché ricevono fiducia dalla gente che affida loro i risparmi, ma danno anche fiducia, perché prestano soldi alle aziende che investono: costituiscono un tassello importante del sistema di fiducia della e nella gente."
(da un intervento di Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa-SanPaolo, durante una conferenza alla Scuola Normale)
lunedì 11 maggio 2009
Corrado Passera : non mi aspetto altre grandi fusioni
In occasione della presentazione dell'ultimo libro di Antonio Calabrò “Orgoglio industriale”, nella sede dell'Ispi a Milano, Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha fatto le sue previsioni sulla possibilità un'altra tornata di fusioni, anche crossborder.
"Non credo che ci sia moltissimo da fare in termini di ulteriore consolidamento, dato quello che e' stato fatto negli anni passati. Anche perché la dimensione, in tutti i settori, ha un valore fino a un certo livello, oltre il quale diventa aumento di complessità e, quindi, disvalore. Molte delle aziende bancarie che si sono dimostrate più vulnerabili alla crisi sono proprio quelle che, per dimensione, per diversificazione di attività, per diversificazione geografica, sono riuscite a reagire meno facilmente e meno velocemente".
"Ovviamente nessuno di noi può escludere che ci possano essere ulteriori operazioni, però non mi aspetto costruzioni di organizzazioni molto più grandi di quelle che si erano create negli ultimi anni. E non credo neanche che sarebbe nell'interesse degli azionisti o delle aziende stesse".
Dopo la serie di fusioni anche transfrontaliere che nel recente passato ha cambiato il panorama bancario italiano, creado i due grandi gruppi Mediobanca, guidatada Cesare Geronzi, e la stessa Intesa-Sanpaolo, sarebbe quindi improbabile un'altra fase di consolidamento.
Il contrario di quello che sta succedendo al settore dell'auto, epicentro in questi giorni di una tornata di annunci di aggregazioni.
"Non credo che ci sia moltissimo da fare in termini di ulteriore consolidamento, dato quello che e' stato fatto negli anni passati. Anche perché la dimensione, in tutti i settori, ha un valore fino a un certo livello, oltre il quale diventa aumento di complessità e, quindi, disvalore. Molte delle aziende bancarie che si sono dimostrate più vulnerabili alla crisi sono proprio quelle che, per dimensione, per diversificazione di attività, per diversificazione geografica, sono riuscite a reagire meno facilmente e meno velocemente".
"Ovviamente nessuno di noi può escludere che ci possano essere ulteriori operazioni, però non mi aspetto costruzioni di organizzazioni molto più grandi di quelle che si erano create negli ultimi anni. E non credo neanche che sarebbe nell'interesse degli azionisti o delle aziende stesse".
Dopo la serie di fusioni anche transfrontaliere che nel recente passato ha cambiato il panorama bancario italiano, creado i due grandi gruppi Mediobanca, guidatada Cesare Geronzi, e la stessa Intesa-Sanpaolo, sarebbe quindi improbabile un'altra fase di consolidamento.
Il contrario di quello che sta succedendo al settore dell'auto, epicentro in questi giorni di una tornata di annunci di aggregazioni.
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