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giovedì 28 marzo 2013

Pronta la lista per il cda Generali

Mediobanca, Del Vecchio, De Agostini, Caltagirone e Fondazione Crt, azionisti stabili delle Generali, hanno completato la riforma della governance del Leone avviata nel 2007 per allinearla a quella delle grandi istituzioni finanziarie internazionali: ieri sera è stata trovata l’intesa sui dieci candidati al board.
Il nuovo cda dovrebbe portare linearità tra le responsabilità e contare su solide figure professionali.
Il tutto inserito in un forte ridimensionamento delle poltrone, che si riducono a 11.
Abbastanza per rappresentare in maniera equilibrata gli interessi degli azionisti e sufficienti per dare ampio spazio ai consiglieri indipendenti.
«Portare figure professionali di standing internazionale e di qualità al servizio di grandi società italiane e in Assicurazioni Generali – percorso condiviso con gli altri azionisti – è il nostro fermo convincimento per migliorare la governance e la performance delle società partecipate», dice Mediobanca, l'istituto bancario guidato da Alberto Nagel.

Confermata la presidenza a Gabriele Galateri, e le deleghe da amministratore delegato a Mario Greco.
I vice presidenti, saranno ancora due: Vincent Bolloré e Francesco Gaetano Caltagirone.
Loro, assieme a Clemente Rebecchini e a Lorenzo Pellicioli, saranno i rappresentanti diretti dei soci in consiglio.
Tra gli indipendenti resta Paolo Scaroni, dell’Eni, ed entrano Ornella Barra, ceo di Alliance Healthcare, Alberta Figari, avvocato specializzata in corporate finance, capital markets ed M&A e Sabrina Pucci, docente di Economia alla facolta di Roma Tre.
Resta una poltrona per i soci di minoranza che potenzialmente verrà opzionata da Assogestioni.

mercoledì 21 novembre 2012

Alberto Nagel: via al piano strategico Mediobanca

Alberto Nagel, ad di Mediobanca
Alberto Nagel, ad di Mediobanca,  alla riunione del cda di ieri, martedì 20 novembre 2012, ha aperto i lavori sul piano strategico, che sarà pronto verosimilmente verso la metà del 2013.
Ecco l'articolo di Sergio Bocconi uscito oggi su Assinews:
"Con un consiglio di circa tre ore è partito ieri in Mediobanca il «cantiere» per l'elaborazione del nuovo piano strategico o, come è stato indicato nell'ordine del giorno, è stata avviata la business review. I lavori dovrebbero concludersi verso la metà dell'anno prossimo.
Il punto d'inizio è stato trattato lungamente ieri. L'amministratore delegato Alberto Nagel ha tenuta una sorta di relazione introduttiva concentrata sul «core business» di Mediobanca, l'attività di banca d'affari, «la sua vera, grande ricchezza» come ha indicato alle agenzie un consigliere uscendo dall'istituto. Un primo incontro definito dai partecipanti «positivo e proficuo» per porre le basi del piano strategico appunto sulla parte banking, tenendo conto di contesto economico e finanziario a dir poco difficile e che ancora non offre visibilità su una possibile stabilizzazione.
Per business review non si intende dunque il cambio del modello Mediobanca, che nella parte «core» comprende in sostanza advisory e finanziamenti, bensì un suo rafforzamento tenendo conto, oltre che dello scenario «macro» e finanziario, anche quello in evoluzione della regolamentazione. In estrema sintesi il modello attuale dell'istituto è considerato pienamente funzionante ma sarà necessario fare una ricognizione sulle fonti di reddito per spingere verso una stabilizzazione dei ricavi e una maggiore redditività, anche grazie a un'attenzione crescente a costi e rischi.
In questo contesto per quanto riguarda la rete estera, che in pochi anni è arrivata a produrre circa un quarto dei ricavi della divisione «corporate investment banking» dell'istituto, la direzione appare anzitutto quella di un rafforzamento delle sedi già esistenti. Per il momento non si è parlato di un'estensione del network attuale (Parigi, Londra, Madrid e Francoforte, più la Turchia, in attesa dell'ok Bankitalia) creato con una logica di start up, cioè con nuove aperture e non per acquisizioni.
Ieri non si è invece parlato di partecipazioni, il cui tema sarà sul tavolo probabilmente già nella prossima riunione di consiglio sul piano (quella già prevista in dicembre sarà dedicata al preconsuntivo del secondo trimestre dell'esercizio 2012-2013), che si terrà nei primi mesi del 2013. Se Alberto Nagel ha già sottolineato la necessità di una riduzione dell'esposizione azionaria anche per rendere più stabili i risultati di gruppo, in Piazzetta Cuccia per definire il nuovo masterplan non è secondario conoscere quali indicazioni perverranno dalla strategic review in corso alle Generali, la principale partecipazione in portafoglio (pari al 13,24%) che oggi «vale» oltre il 65% della capitalizzazione dell'istituto, e che sarà completata in gennaio: è attesa una ripresa di valore delle azioni del Leone in relazione al cambio di management, con l'arrivo alla guida di Mario Greco, e quindi al nuovo piano industriale."

lunedì 29 ottobre 2012

Alberto Nagel soddisfatto: l'utile del trimestre Mediobanca balza a 109 milioni

Alberto Nagel, ha espresso soddisfazione per i risultati del primo trimestre di Mediobanca, presentati sabato, conseguiti in un contesto caratterizzato dalla prosecuzione della "crisi economica e dalla contrazione del pil, seppur in un quadro macro dell'euro che va assumendo qualche maggior stabilizzazione".

Alberto Nagel
Alberto Nagel, a.d. di Mediobanca
Mediobanca ha infatti chiuso il primo trimestre dell'esercizio 2012-2013 con un balzo dell'utile del 92% a 109 milioni di euro, sopra le attese degli analisti che si aspettavano un risultato positivo di 85 milioni. I ricavi si sono attestati a 453 milioni, in calo del 5% rispetto allo stesso trimestre dello scorso esercizio, ma stabili rispetto al trimestre precedente.
I risultati trimestrali dell’istituto guidato da Alberto Nagel beneficiano soprattutto del calo dei costi (-12% a 174 milioni) e dell'apporto positivo del trading, che passa da 4 a 63 milioni.
Il margine di interesse segna una flessione dell'8, le commissioni nette flettono dell'11%, mentre l'utile delle partecipazioni scende da 73 a 28 milioni.
Dal punto di vista patrimoniale, Mediobanca si conferma su livelli di eccellenza con un Core Tier 1 stabile all'11,5%.

giovedì 28 giugno 2012

Mediobanca

Mediobanca nasce nel primo dopoguerra per volere della Banca Commerciale Italiana (oggi Intesa San paolo) a cui si associarono, prima il Credito Italiano (l’attuale UniCredit) e poi il Banco di Roma (Capitalia) per "soddisfare le esigenze a media scadenza delle imprese produttrici" e per stabilire un "rapporto diretto fra il mercato del risparmio e il fabbisogno finanziario per il riassetto produttivo delle imprese".
Alberto Nagel e Renato Pagliaro AD e Presidente di Mediobanca
Alberto Nagel e Renato Pagliaro
l'AD e il Presidente di Mediobanca
Dal 2003 Mediobanca è guidata da Alberto Nagel, Renato Pagliaro e Francesco Saverio Vinci.

Nel 1973 le operazioni di finanziamento ottengono una scadenza di 20 anni. L’ente bancario appoggia fin dall’inizio i principali gruppi industriali italiani ed è tra i primi a entrare nel settore parabancario. Nel 1956 viene ammesso in Borsa. Un nuovo assetto stabilito nel 1988 favorisce l’equilibrio tra soci pubblici e privati mantenendone però l’indipendenza gestionale. Le tre banche fondatrici, in seguito, riducono il capitale dal 75% al 25% cedendone una parte a un gruppo di imprese private che, raggiungendo cosi la loro partecipazione equivalente, stipula con esse un sindacato di blocco , e una parte viene messa sul mercato nel novembre del 1988. Negli anni successivi si costituisce Mediobanca International per gestire il mercato internazionale mentre si sviluppa Micos (ora CheBanca) per occuparsi dei finanziamenti immobiliari.
All’inizio del nuovo millennio Mediobanca amplia il proprio portafoglio di partecipazione incrementando, ad esempio, la quota in Assicurazioni Generali fino al 12.5%. Nell'aprile 2000 Banca Commerciale Italiana, cede la sua partecipazione ad altri membri del sindacato di blocco. Nel luglio 2000, in "joint venture" con Mediolanum si costituisce Duemme, per operare nel "private banking" di fascia alta; la società, denominata poi Banca Esperia, diviene operativa nel 2001. Nel 2004 Mediobanca ottiene il controllo totale di Compagnie Monégasque de Banque (CMB), banca leader nel private banking nel principato di Monaco. Nel luglio 2004 viene creata la  succursale di Parigi;  nel 2006 viene aperto l’ufficio di brokeraggio a New York seguito, nel 2007, dall’apertura delle filiali di Madrid e Francoforte.  A fine 2007 UniCredit cede le azioni Mediobanca che deteneva (9,37%). Nello stesso anno la banca acquisisce anche Linea dal Banco Popolare e dalla Banca Popolare di Vicenza. L’anno successivo è resa operativa la sede Mediobanca di Londra, specializzata nelle attività di capital markets.

mercoledì 29 febbraio 2012

Nomura promuove Mediobanca allo sportello

Alberto Nagel
Alberto Nagel
Per Mediobanca, l'istituto guidato da Alberto Nagel, la crescita passa più dallo sportello che dal salotto, scrive il Giornale di venerdì.
Gli analisti di Nomura infatti, dopo avere esaminato i conti relativi al secondo trimestre dell´esercizio 2011/2012, continuano a consigliare l'acquisto del titolo Mediobanca e stimano un obiettivo di prezzo pari a 6 euro.
Merito soprattutto del valore inespresso nelle attività di banca commerciale (concentrate nelle controllate CheBanca! e Compass) ma anche delle notizie positive che Nomura si aspetta da un'eventuale rivalutazione del pacchetto posseduto in Generali (pari al 13,4% del capitale). Ad essere apprezzati dagli analisti sono anche il taglio dei costi e l'annunciata espansione dei prestiti nel retail, nonostante la forza concorrenza nel settore.

domenica 30 ottobre 2011

Mediobanca: più estero, vincono le Fondazioni, Roversi Monaco in consiglio

Alberto Nagel
Alberto Nagel
Dal Corriere di oggi:
Le fondazioni hanno «battuto» i fondi e nel consiglio di Mediobanca entra per i soci di minoranza il presidente di Carisbo Fabio Roversi Monaco. Sulla lista presentata dagli enti è confluito il 9,5% del capitale, mentre al candidato di Assogestioni, Francesco Giavazzi, è andato il 7%. Con la «sfida», il cui esito non era scontato, si è chiusa ieri pomeriggio l' assemblea di Piazzetta Cuccia, che ha rinnovato il vertice, approvato bilancio e statuto ed è stata seguita da un board che ha completato la «governance». Riunione aperta con i dati del primo trimestre, chiuso in utile per 57 milioni. In calo rispetto a 12 mesi prima (127 milioni) ma realizzato, ha sottolineato l'amministratore delegato Alberto Nagel, in un contesto disastroso. «È il peggior trimestre che abbia visto nel mio percorso professionale, in cui si è temuto e si teme per la tenuta del sistema e di alcuni suoi attori. Nonostante questo Mediobanca ha chiuso con utile più basso, ma vero e importante». È stato fondamentale «il lavoro di diversificazione delle fonti di ricavo, in settori come credito al consumo, asset management e retail, meno esposti ai mercati» rispetto all' investment banking. E poi c' è lo sviluppo oltre frontiera: «Senza il contributo dell' estero», i risultati trimestrali sarebbero stati peggiori». «Continuerò a essere noioso e coerente nell' intendimento di costituire dal 2003 un gruppo più internazionale» nel core business di banca d' affari. Rafforzeremo ancora la nostra presenza all' estero. Guardiamo con crescente interesse a Cina e Turchia». Dopo l' assemblea il consiglio ha completato la governance dell' istituto, che ha visto novità di rilievo nella geografia del board con l' aumento degli indipendenti (saliti a otto) e delle donne (quattro) e con l' introduzione delle soglie di età per i partecipanti. In particolare la svolta in direzione dell' autonomia della banca è sottolineata dalla composizione del comitato esecutivo, con i manager dell' istituto in maggioranza (cinque su otto), e nel nomine, che sceglie i candidati per i vertici delle partecipazioni strategiche a cominciare da Generali: con il presidente di Piazzetta Cuccia Renato Pagliaro, Alberto Nagel e il direttore generale Francesco Saverio Vinci, siedono ora non rappresentanti diretti di azionisti ma due consiglieri indipendenti, Angelo Casò e Elisabetta Magistretti. E sulle partecipazioni Alberto Nagel ha aggiunto due osservazioni. la prima su Telecom: «La valorizzazione dev' essere fatta per via ordinaria e straordinaria. Le società devono saper approfittare anche di operazioni di merger & acquisition. Il tema è condiviso da tutti i soci Telco, ma va rimesso all' amministratore delegato». E su Rcs MediaGroup, editore del Corriere della Sera, Alberto Nagel ritiene sia richiesto «a tutti un maggior contributo, con un impegno dei soci sindacati, dei soci non nel sindacato e del management», perché il settore nel quale opera «richiede uno sforzo particolare, anche da parte del primo azionista»

martedì 6 settembre 2011

Mediobanca: autunno decisivo per l'istituto guidato da Alberto Nagel

Il CorrierEconomia analizza le ultime novità in Mediobanca, che si appresta a vivere un autunno decisivo dopo le mosse di Diego Della Valle e di Vincent Bollorè, con il primo che è salito all'1,9% e il secondo che punta al 6% (il secondo azionista singolo dopo Unicredit con l'8,6%).
Dal punto di vista industriale va segnalato il successo di Che Banca! e l'attenzione alla partita sulla Popolare di Milano. E nel futuro sembra esserci sempre meno holding e maggior impegno sul fronte del "merchant".

Alberto Nagel
Alberto Nagel
"Ci sono elementi che appartengono al «nuovo corso» dell'istituto guidato da Alberto Nagel, sempre meno holding e più banca d'affari, più internazionale e retail. Un nuovo corso che si ritrova anche nella quotazione: rispetto ad agosto 2010 la capitalizzazione di Mediobanca è rimasta pressoché invariata a 5,5 miliardi. Però 12 mesi fa la partecipazione in Generali (13,2% circa) valeva 3 miliardi, mentre le attività bancarie 2,5. Oggi i pesi si sono invertiti: la quota detenuta nel Leone ha perso circa 500 milioni, la banca ne ha guadagnati 500.
In quanto alla solidità, Mediobanca ha oggi un core tier 1 superiore all'11%. Facendo sempre riferimento ai termini messi sotto osservazione da Basilea 3, l'istituto non mostra tensioni sulla liquidità. Il rapporto fra impieghi (35 miliardi circa) e raccolta (52 miliardi) è pari al 70%: ciò significa che il 30% è liquidità, tesoreria, e che la banca non ha bisogno di raccogliere «a qualunque prezzo», anzi."

(da Corriere della Sera: "Mediobanca: soci e strategie. Nuovo attivismo in Piazzetta Cuccia", pag 5)

giovedì 1 settembre 2011

Banche positive: brilla UBI Banca

Andamento positivo per i bancari, dopo i pesanti ribassi subiti ieri. UBI Banca ha registrato un rialzo del 3,44% a 2,586 euro. Dopo la diffusione dei risultati semestrali gli analisti di UBS e di NatIxis hanno tagliato il prezzo obiettivo sull’istituto rispettivamente a 2,8 euro e a 2,85 euro. Entrambe le banche d’affari hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Sulla stessa lunghezza d’onda Equita sim, la banca d’affari guidata da Francesco Perilli, che ha ridotto da 4,1 euro a 3,1 euro per azione la valutazione sulla banca, ribadendo il giudizio “Hold” (mantenere). Banca Leonardo ha sforbiciato da 4,8 euro a 3,6 euro il target price su UBI Banca. Tuttavia, gli esperti hanno migliorato il giudizio sulla banca e ora consigliano l’acquisto delle azioni. Molto bene anche Unicredit (+2,72% a 0,9425 euro) e il Banco Popolare (+4,01%), mentre IntesaSanpaolo è rimasta invariata a 1,134 euro. Mediobanca ha guadagnato l’1,82% a 6,425 euro. Il finanziere francese, Vincent Bolloré, ha ribadito la volontà di salire al 6% nel capitale dell’istituto guidato da Alberto Nagel. Il Credem ha guadagnato il 4,92% a 3,2 euro. Gli analisti di Banca Akros hanno ritoccato al rialzo il prezzo obiettivo sulla banca emiliana, portandolo da 3,65 euro a 3,75 euro. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di accumulare le azioni in portafoglio.

lunedì 1 agosto 2011

Alberto Nagel

Alberto Nagel, ad Mediobanca
Alberto Nagel, ad Mediobanca
Alberto Nagel, l'amministratore delegato di Mediobanca, il presidente Renato Pagliaro e il direttore generale Francesco Saverio Vinci faranno parte, insieme a due membri indipendenti, del comitato nomine. Il top Management di Mediobanca avrà quindi più poteri e responsabilità nelle società partecipate.
Vediamo la sua biografia.

Nato a Milano il 7 giugno del 1965, dopo la la maturità classica, si è laureato nel 1990 in Economia Aziendale presso l'Università Bocconi.

Assunto in Mediobanca il 2 aprile 1991, Alberto Nagel vi ha svolto la sua intera carriera con responsabilità sempre crescenti: prima presso il Servizio Finanziario, poi al Segretariato Generale del quale diventa Responsabile nel 1997, per poi assumere, con l'evoluzione della struttura Organizzativa di Mediobanca, la Responsabilità della Divisione Investment Banking. Alberto Nagel viene poi nominato Funzionario nel 1995, Direttore Centrale nel 1998, Vice Direttore Generalenel 2002, Direttore Generale nel 2003, Consigliere Delegato nel 2002 e infine Amministratore Delegato nel 2008.

Nagel è anche Vicepresidente di Assicurazioni Generali e Consigliere di Amministrazione in Banca Esperia e in ABI (Associazione Bancaria Italiana).

domenica 24 luglio 2011

Mediobanca nuova governance. Alberto Nagel, Renato Pagliaro, Francesco Saverio Vinci e 2 consiglieri indipendenti nel comitato nomine

Alberto Nagel e Renato Pagliaro
Alberto Nagel e Renato Pagliaro
Via libera unanime dei soci del patto di sindacato di Mediobanca alla nuova governance dell'istituto. Tra le novità più rilevanti la modifica della composizione del comitato nomine, decisivo per le partecipazioni strategiche in Generali, Rcs, Pirelli e Telco-Telecom. Il comitato scenderà da sei a cinque membri: fuori i rappresentanti diretti dei soci, due saranno indipendenti e tre saranno i manager di Mediobanca (il presidente Renato Pagliaro, l'amministratore delegato Alberto Nagel e il direttore generale Francesco Saverio Vinci), che dunque avranno più poteri e responsabilità nelle società partecipate.

I soci del patto hanno anche modificato l'accordo che assegnava agli azionisti francesi guidati da Vincent Bollorè la facoltà di designare autonomamente nuovi soci. D'ora in poi ciò sarà possibile solo con l'assenso dell'assemblea del patto di sindacato. Modifiche allo statuto anche per quanto riguarda i limiti di età, fissati in 70 anni per il presidente e in 65 anni per amministratore delegato e direttore generale. Il ceo di UniCredit Federico Ghizzoni: «Segnale di piena fiducia al management di Mediobanca».

(Il Sole 24 Ore)

mercoledì 2 febbraio 2011

Mediobanca parla straniero

Per Mediobanca, l'istituto guidato da Alberto Nagel, si può dire sia la seconda «svolta» strategica, anche se a ben vedere si tratta di due facce della stessa medaglia. La prima è stata riassunta nello «slogan» meno holding, più banca d’affari. Il secondo passaggio si può invece indicare in sintesi con due cifre: il 50% circa del portafoglio clienti della banca è ormai costituito da soggetti non italiani e il 30% dei ricavi della componente più «core», il corporate e investment banking è «prodotto» dalle sedi estere.

Il cammino
Una svolta tanto più significativa se si pensa che la proiezione internazionale di Piazzetta Cuccia è cominciata nel 2004 e i ricavi oltre confine sono passati da quota praticamente zero, 40 milioni, agli attuali 250-300. E che nelle sedi estere Mediobanca è attualmente presente con 12 persone a Parigi, 20 a Francoforte, 22 a Madrid e una sessantina a Londra. Solo qualche anno fa la banca d’affari fondata da Enrico Cuccia era senza dubbio l’incontrastato numero uno, custode degli assetti del grande capitale italiano, ma era praticamente «solo» domestica. Cuccia aveva creato un network di relazioni personali e partecipazioni che negli anni ha avuto per protagonisti Lehman e Lazard. Ma il grande banchiere non ha dato all’istituto stabili basi estere. Probabilmente perché la missione della banca era concentrata sul business ma anche (o soprattutto) sul ruolo di holding, cassaforte di partecipazioni e assetti, e comunque gli orizzonti stessi del nostro capitalismo erano più italocentrici.
Con il passaggio del testimone alla «generazione» successiva, quindi a partire dal 2003-2004 e da quando cioè il timone è passato ad Alberto Nagel, Mediobanca ha aperto e rafforzato progressivamente sedi all’estero: a Parigi nel 2004; nel 2007 a Francoforte e quindi a Madrid (con il banchiere d’affari Borja Prado); nel 2008 a Londra, prima con la piattaforma di prodotti capital market, poi anche con il team di ricerca sulle banche europee guidato da Antonio Guglielmi, ex analista top di Merrill Lynch. Uno sviluppo graduale e simile a quello seguito da diverse banche d’affari anglosassoni, che si sono mosse partendo dalla base domestica e procedendo non attraverso matrimoni o acquisizioni, che nell’investment banking sono considerate complesse perché il fattore umano è prevalente, bensì aprendo sedi proprie, «acquistando sul luogo professionisti.
L’ultimo passo compiuto in ordine di tempo è stato il rafforzamento in Germania (mentre l’annunciato investimento nel capitale di una banca da costituire a Tunisi è stato ovviamente sospeso dopo che la situazione del Paese è precipitata). All’inizio di quest’anno Piazzetta Cuccia, che nel 2009 aveva «guardato» a una parte delle attività di investment banking e corporale della banca privata SaI Oppenheim, e aveva deciso di non procedere perché il perimetro dell’offerta (che comprendeva anche l’attività dei derivati) non corrispondeva più alla prudente strategia di crescita, ha rafforzato la sede di Francoforte con tre «acquisti» da Rothschild: Adam Bolek (che in qualità di managing director riferisce al responsabile della sede Frank Schönherr), Steffen Geisler e Jens Krane.

La Crescita
Con l’apertura delle sedi estere è ovviamente cresciuto il contributo ai ricavi della componente più «core» della banca d’affari, il cosiddetto Cib, cioè il corporate & investment banking: se nel 2004 la percentuale internazionale era praticamente pari a zero e nel 2005 si attestava al 3%, già nel 2008 era pari al 10%, neI 2010 è più che raddoppiata (su un totale di ricavi dell’area pari a poco più di un miliardo), infine le stime per il 2011 indicano la quota cresciuta al 30%, pari a circa 300 milioni. Ecco così che Piazzetta Cuccia in Spagna è terza nella classifica delle operazioni completate e figura come advisor in deal di rilievo per i maggiori gruppi presenti, come Enel Green Power, Telefonica, Endesa, Sacyr, Abertis; in Germania ha seguito tra le altre operazioni l’acquisizione di Kamps da parte di un gruppo di investitori; in Francia è presente accanto a Gdf e France Telecom o in deal cross border come Beni Stabili con Foncière de Région; ed è al 21esimo posto in Gran Bretagna, terreno «duro» per le attività di M&A delle banche d’affari non residenti nella City.

("Piazzetta Cuccia. L'internazionale" di Sergio Bocconi, Corriere della Sera - Corriere Economia, pag. 3, 31 Gennaio 2011)

venerdì 30 aprile 2010

Cesare Geronzi presidente di Generali

Cesare Geronzi è il nuovo presidente di Generali. A Bernheim la presidenza onoraria del gruppo di Trieste. Ecco la notizia ANSA di oggi:
"Il cda de Le Generali nomina Cesare Geronzi presidente e vicepresidenti Vincent Bollore', Francesco Gaetano Caltagirone e Alberto Nagel.
Amministratori delegati Sergio Balbinot e Giovanni Perissinotto. Nel comitato esecutivo delle Generali entrano oltre al presidente, ai vice presidenti e agli amministratori delegati, che ne sono membri di diritto, Leonardo Del Vecchio e Lorenzo Pellicioli.
L'ex presidente Antoine Bernheim accetta di diventare presidente onorario delle Generali".

martedì 30 marzo 2010

Comitato Nomine di Mediobanca: tutti i nomi della lista

Il Comitato Nomine di Mediobanca ha approvato oggi la lista dei componenti del Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali.
I nomi sono 19: Cesare Geronzi, Vincent Bolloré, Alberto Nagel, Giovanni Perissinotto, Sergio Balbinot, Ana Patricia Botin, Francesco Gaetano Caltagirone, Diego Della Valle, Leonardo Del Vecchio, Petr Kellner, Angelo Miglietta, Alessandro Pedersoli, Lorenzo Pellicioli, Reinfried Pohl, Paolo Scaroni, Francesco Saverio Vinci, Giovanni Crostarosa Guicciardi, Mario Ragusa e Ugo Rock.
Subordinatamente all'eventuale nomina di Cesare Geronzi a Presidente di Assicurazioni Generali, il Comitato ha inoltre deliberato di proporre l'attuale Direttore Generale Renato Pagliaro alla carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione di Mediobanca.

lunedì 1 marzo 2010

Mediobanca: riunione del Patto sotto la Presidenza di Cesare Geronzi

L'Assemblea dei partecipanti all'Accordo relativo al capitale di Mediobanca si è riunita mercoledì sotto la Presidenza di Cesare Geronzi.
Dal Patto di sindacato esce la Fineldo di Vittorio Merloni, che ha ottenuto dagli altri grandi soci il via libera a svincolare un quota dello 0,24% in vista, secondo quanto si è appreso, di un riassetto degli investimenti.
Negli incontri della scorsa settimana non era in agenda il rinnovo dei vertici delle Generali, ha spiegato il presidente di Unicredit Dieter Rampl, senza però escludere che in uno dei prossimi appuntamenti si parli delle ipotesi di affidare la guida di generali al presidente della banca Cesare Geronzi.
La riunione del Patto di Mediobanca non ha per il resto riservato grosse sorprese: il direttivo è stato confermato, con la presidenza di Cesare Geronzi e la presenza di Tarak Ben Ammar, Vincent Bollorè, Ennio Doris, Salvatore Ligresti, Giampiero Pesenti, Alessandro Profumo, Dieter Rampl e Marco Tronchetti Provera.
L’uscita dal Patto «è una scelta strategica», ha spiegato la vice presidente di Fineldo, Antonella Merloni, escludendo comunque una cessione della quota.
Quanto ai conti, Mediobanca ha segnato nel primo semestre dell’esercizio 2009-2010 un utile netto quasi triplicato a 270 milioni di euro (+169,3%). «Se continuiamo su questi livelli - ha detto l’amministratore delegato Alberto Nagel - ci sarà spazio per una proposta al board sulla distribuzione di un dividendo in contanti”.
(fonte: La Gazzetta di Parma)

mercoledì 20 gennaio 2010

Mediobanca : niente dividendi per l’istituto di Cesare Geronzi

Cesare Geronzi e Alberto Nagel
Durante l’ultima assemble annuale di Mediobanca, l’istituto bancario guidato da Cesare Geronzi, l’amministratore delegato Alberto Nagel, ha dichiarato che per l'esercizio 2009-2010 non saranno distribuiti dividendi: “prevediamo un utile netto piuttosto consistente e quindi pensiamo di potere ragionare con il consiglio sulla politica dei dividendi”. La ragione di questa scelta? “In base alle nuove norme sui requisiti di patrimonializzazione, decideremo quanto si potrà distribuire ai soci e quanto destinare a patrimonio”.
Una previsione sull’andamento 2010?
La situazione è buona rispetto a un periodo di crisi acclamato, e sulla situazione delle partecipate. Mediobanca resta una delle realtà più solide, più patrimonializzate d'Europa.

lunedì 23 novembre 2009

Cesare Geronzi. Chi lo sostituirebbe se passasse a Generali?

Cesare Geronzi e Alberto NagelCesare Geronzi, come detto, nega qualsiasi interesse alla presidenza di Generali, ma si continuano a fare ipotesi su chi, nel caso, assumerebbe la Presidenza di Mediobanca.

Nel post del 22 ottobre (E se Cesare Geronzi passa a Generali?) avevo indicato Vittorio Grilli, il direttore generale del Tesoro.

Secondo il Giornale, potrebbe salire alla presidenza Alberto Nagel, amministratore delegato del gruppo Mediobanca.

Bluerating indica invece una possibile sostituzione di Cesare Geronzi alla presidenza di Mediobanca con l’attuale vicepresidente Marco Tronchetti Provera.

martedì 13 ottobre 2009

E se Cesare Geronzi passa a Generali? Spunta l’ipotesi Grilli

Se Cesare Geronzi, come si sussurra da tempo, dovesse prendere il posto di Antoine Bernheim alla presidenza di Generali, si aprirebbe un problema di successione molto delicato perché non è facile trovare il nome giusto cui affidare la guida di quella banca di sistema che è Mediobanca, partecipata dai gruppi più importanti dell’industria e della finanza italiana con una presenza influente e attiva di azionisti stranieri pronti a cogliere ogni occasione per salire e contare di più.
Cesare Geronzi e Alberto Nagel“In Mediobanca, la gran parte della struttura vedrebbe con grande favore una crescita interna, cioè l’ascesa dell’attuale amministratore delegato, Alberto Nagel, alla presidenza e la successiva promozione del direttore generale Renato Pagliaro ad amministratore delegato. Ma è un’ipotesi debole perché la scelta del numero uno di Mediobanca sarà più politica che manageriale. La decisione, ovviamente, sarà degli azionisti. Ma altrettanto ovviamente conterà il parere del governo, perché si tratta di decidere a chi affidare la banca che ha in mano le più importanti partite dell’economia nazionale (la sorte di Telecom Italia, tanto per citare uno dei casi più attuali). E ha infatti un netto marchio di palazzo lo scenario che si sta delineando per un eventuale dopo-Cesare Geronzi a Mediobanca. Il candidato di cui si parla è Vittorio Grilli, il direttore generale del Tesoro, un grand commis stimato da tutti (anche da Cesare Geronzi stesso), il cui ruolo al ministero forse adesso sta perdendo un po’ di peso per la crescita del capo di gabinetto, Vincenzo Fortunato, sicuramente la persona più ascoltata da Giulio Tremonti. Anche per questo Grilli potrebbe prendere in considerazione un’ipotesi Mediobanca qualora davvero si concretizzasse.”
(da Il Giornale)

giovedì 16 luglio 2009

Da Cesare Geronzi a Giorgio Napolitano, sfilata di star della Finanza a Piazza Affari

C'era una vera e propria sfilata di star della finanza, dell'economia e della politica italiana, lunedì mattina a Milano, nella sede della Borsa italiana a Piazza Affari, per l'assemblea annuale della Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa.
Oltre al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, c'erano il ministro dell'economi, Giulio Tremonti, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Non sono mancati il presidente e l'amministratore delegato di Mediobanca Cesare Geronzi e Alberto Nagel, il presidente di Unicredit Dieter Rampl e l'amministratore delegato dell'istituto Alessandro Profumo, arrivato a piedi in compagnia del vicepresidente e governatore della Banca Centrale Libica Farhat Omar Bengdara.
Presenti anche il presidente di Eni Roberto Poli, il numero uno dell'Abi Corrado Faissola, il presidente del Telecom Itali, Gabriele Galateri e quello del gruppo Rcs Piergaetano Marchetti. Massimo Ponzellini, presidente di Bpm e di Impregilo, e' arrivato in compagnia di Salvatore Ligresti; nella lista dei partecipanti anche l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera, il fondatore di Geox Mario Moretti Polegato, il neo presidente di Assolombarda Alberto Meomartini e il numero uno di Piaggio Roberto Colaninno.
Tra gli ultimi e' arrivato l'amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, mentre in rappresentanza del mondo della politica sono presenti il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, il sindaco di Milano Letizia Moratti e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta.

giovedì 2 luglio 2009

Bollorè e Mediobanca: nessuna uscita dal patto

Cesare Geronzi e Alberto Nagel
"Il patto Mediobanca scade in inverno, quindi inizieremo a riunirci a partire da settembre. Ma credo che non ci saranno problemi di sorta per rinnovarlo: mi sembra che nessuno abbia intenzione di ritirarsi, penso che resteranno tutti".
E' quanto ha dichiarato Vincent Bolloré, socio del gruppo di Cesare Geronzi con il 5%.

"Il rinnovo del patto non è affatto scontato, specie dopo le tensioni - legate alla crisi finanziaria - che hanno coinvolto il primo azionista Unicredit. Ma Bolloré, socio e consigliere di Piazzetta Cuccia, sembra allontanare il rischio di qualunque sorpresa: «C’è una grande unanimità tra gli azionisti e sulla governance della banca». Mediobanca «è straordinaria. In un periodo difficile, ottiene risultati operativi ottimi, risente solo del valore dei titoli del suo portafoglio, come Generali, ma con la ripresa della Borsa questo fattore sparirà e l’utile aumenterà in modo importante». In particolare Bolloré ha rilevato come lo sviluppo di CheBanca! sia «molto favorevole». Pieno apprezzamento per i vertici della banca: «Alberto Nagel è una persona di grande talento e l’equipe Geronzi-Nagel-Pagliaro è ottima». Nessuna riunione in Piazzetta Cuccia in vista, comunque: «Prima di settembre è tutto calmo».
E Bolloré ha parlato anche dell’altra importante scadenza in agenda nel 2010: il rinnovo del vertice delle Generali - di cui Mediobanca è il primo socio - con il presidente Antoine Bernheim in scadenza. Ebbene: «Spetta al consiglio di Generali decidere quello che deve essere fatto. Io sono solo consigliere e azionista di Mediobanca. Bernheim è un presidente eccellente e dietro di lui c’è un’équipe che ha mostrato la propria competenza, visto che oggi le Generali sono tra i leader mondiali, considerando che i grandi concorrenti, come Allianz o Axa, vanno meno bene», ha peraltro sottolineato Bolloré. Ieri Bernheim ha ribadito la sua intenzione di non ricandidarsi, aggiungendo comunque che sarebbe felice se gli venisse chiesto di restare.
Sul suo gruppo, Bolloré ha detto che «dovrebbe avere un esercizio 2009 migliore del 2008», sia pure con un fatturato in calo. L’occasione era infatti l’assemblea degli azionisti della società che raggruppa le attività industriali del gruppo francese".
(Il Giornale)

mercoledì 13 maggio 2009

Mediobanca: l’istituto di Cesare Geronzi domina le fusioni

Un interessante articolo che fa il punto sulle fusioni bancarie alla fine dell'ultimo anno:

“L'annus horribilis dell'M&A, il peggiore in Italia dal 2004, brinda a un finale più vivace. La vendita del Cerved, il database online che contiene le informazioni societarie delle Camere di Commercio, ai fondi Clessidra e Bain chiude virtualmente un 2008 che ha visto operazioni e volumi crollare rispetto al 2007, ma allo steso tempo incorona Mediobanca prima banca d'affari del Paese nella consulenza finanziaria di fusioni e acquisizioni (tra cui anche quella di Cerved stessa).
A pochi giorni di distanza dalla classifica di Dealogic, l'altra banca dati di riferimento per il mercato, i dati Thomson Reuters (che il Sole ha potuto visionare in esclusiva) hanno ratificato il primato della banca d'affari di Piazzetta Cuccia nell'advisoring. Con 77 operazioni (78 se si considera la vendita di Cerved da parte delle banche il cui closing è arrivato ieri sera) e 52,2 miliardi di dollari movimentati (in termini di controvalore calcolato come enterprise value, quindi tenendo conto dei debiti), Mediobanca è al primo posto in Italia, sia per numero di deal sia per ammontare (i dati comprendono operazioni chiuse e annunciate). Al secondo posto si piazza Goldman Sachs, un tempo la prima investment bank di Wall Street e ora finita in crisi (dopo aver chiuso per la prima volta in rosso un trimestre dalla quotazione): in Italia, però, la banca ha registrato un vero e proprio boom nel 2008 (confermato anche dalle rilevazioni Dealogic che l'hanno vista balzare di oltre dieci posizioni). L'ultimo gradino del podio spetta a Morgan Stanley, un'altra delle investment bank americane travolte dalla crisi finanziaria (e salvata dall'intervento della giapponese Mitsubishi). Quarte e quinte, rispettivamente, la svizzera Ubs e la tedesca Deutsche Bank.
La banca milanese oltre a svettare al primo posto è anche l'unico advisor italiano tra i primi dieci posti: le uniche altre banche d'affari di casa nostra che compaiono entro le prime venti posizioni sono Intesa Sanpaolo (grazie anche alla controllata Banca Imi) e Unicredit. Piccola curiosità: c'è un solo consulente italiano non bancario ed è la boutique Borghesi Colombo & Associati (attualmente al lavoro sull'eventuale vendita di Tiscali Uk a BSkyB di Rupert Murdoch). A completare la pattuglia delle investment bank c'è Banca Leonardo (l'advisor che ha stilato la perizia di Alitalia nella vendita da parte dello Stato alla cordata Cai di Roberto Colaninno e ha anche lavorato al deal Cerved).
Mediobanca ha praticamente stradominato nell'energia e nell'industria in Italia e da lì è venuto lo "zoccolo duro" di operazioni che hanno permesso di salire al numero uno dalla seconda posizione del 2007 (relativa, però, ai soli deal annunciati). La mossa dell'Eni in Belgio, con l'acquisizione da oltre 3 miliardi di Distrigaz, quella da 16 miliardi fatta da Terna sulla rete ad alto voltaggio di Enel e la maxi-fusione da 1,4 miliardi di Iride-Enia, godevano della consulenza della banca guidata da Alberto Nagel. Così come nelle Tlc la banca ha seguito Telecom Italia nella vendita di Alice France, le attività di banda larga, al gruppo transalpino Iliad. La singola più grande operazione in cui Mediobanca è stata coinvolta è stata l'offensiva da 5 miliardi di Finmeccanica negli Stati Uniti sull'azienda di Difesa Drs.
Il motivo di maggiore soddisfazione per la banca, in un anno terribile per tutte le banche d'affari, è il buon posizionamento all'estero: Mediobanca è il quarto advisor in Spagna e unica banca d'affari italiana tra le prime 25 censite da Thomson nel Paese. L'istituto è alle spalle di Ubs, Citi e Goldman, ma davanti a leader mondiali come Morgan Stanley, Hsbc o JpMorgan, grazie anche ai big deal, da 8 miliardi, della cordata Citi-Abertis-Atlantia che ha acquisito la concessionaria autostradale Itinere. In Germania la banca d'affari presieduta da Cesare Geronzi si è posizionata ottava, distanziando di tredici posizioni UniCredit (che nel Paese gode dell'apporto della controllata Hvb) e di sedici Banca Leonardo. Sedicesima posizione, infine, per Mediobanca in Francia, ma anche in questo caso la banca può vantare di essere l'unico advisor italiano piazzatosi in classifica nel Paese.
Guardando più in generale al mercato, l'operazione Cerved potrebbe essere il segnale che qualcosa si sta sbloccando nell'M&A, da mesi ormai congelato. La vendita della società sembrava essersi bloccata proprio per le difficoltà nel financing e non era escluso che la transazione slittasse al 2009 o che non si chiudesse più. Il blitz pre-natalizio, invece, con i fondi (80% Bain e 20% Clessidra) che hanno acquisito il 92% della società veicolo CeBi che custodisce l'85% di Cerved. L'operazione, assistita da Vitale&Associati e Credit Suisse più i legali Grimaldi e Studio Carbonetti, si colloca tra le più grandi fatte quest'anno dai fondi in Italia (535 milioni è l'enterprise value offerto dai compratori per il 100% del veicolo CeBi) e crea anche un campione nazionale visto che Bain conferirà Lince (di proprieti della controllata TeamSystem), uno dei big in Italia nei rating aziendali, dentro la newco che controllerà Cerved.”
(Il Sole 24 ore)