Se Cesare Geronzi, come si sussurra da tempo, dovesse prendere il posto di Antoine Bernheim alla presidenza di Generali, si aprirebbe un problema di successione molto delicato perché non è facile trovare il nome giusto cui affidare la guida di quella banca di sistema che è Mediobanca, partecipata dai gruppi più importanti dell’industria e della finanza italiana con una presenza influente e attiva di azionisti stranieri pronti a cogliere ogni occasione per salire e contare di più.
“In Mediobanca, la gran parte della struttura vedrebbe con grande favore una crescita interna, cioè l’ascesa dell’attuale amministratore delegato, Alberto Nagel, alla presidenza e la successiva promozione del direttore generale Renato Pagliaro ad amministratore delegato. Ma è un’ipotesi debole perché la scelta del numero uno di Mediobanca sarà più politica che manageriale. La decisione, ovviamente, sarà degli azionisti. Ma altrettanto ovviamente conterà il parere del governo, perché si tratta di decidere a chi affidare la banca che ha in mano le più importanti partite dell’economia nazionale (la sorte di Telecom Italia, tanto per citare uno dei casi più attuali). E ha infatti un netto marchio di palazzo lo scenario che si sta delineando per un eventuale dopo-Cesare Geronzi a Mediobanca. Il candidato di cui si parla è Vittorio Grilli, il direttore generale del Tesoro, un grand commis stimato da tutti (anche da Cesare Geronzi stesso), il cui ruolo al ministero forse adesso sta perdendo un po’ di peso per la crescita del capo di gabinetto, Vincenzo Fortunato, sicuramente la persona più ascoltata da Giulio Tremonti. Anche per questo Grilli potrebbe prendere in considerazione un’ipotesi Mediobanca qualora davvero si concretizzasse.”
(da Il Giornale)
martedì 13 ottobre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento