Ha preso il via l'assemblea degli azionisti di Unicredit che ha all'ordine del giorno l'approvazione del bilancio 2008, la nuova struttura di remunerazione del management e il rinnovo del Cda fino al 2011. I principali azionisti risultano Mediobanca, l'istituto presieduto da Cesare Geronzi, con il 6,762% del capitale ordinario, di cui il 6,757% con vincolo di usufrutto a favore di Unicredit, e la Fondazione CariVerona con il 5,668% del capitale, seguiti dalla Banca centrale di Libia con il 4,3%.
Come precisato dal presidente del gruppo bancario, Dieter Rampl, seguono la Fondazione Crt con il 3,777%, Carimonte Holding con il 3,123%, Allianz con il 2,178% e i Fondi Barclays Global Investors con il 2,168%. Il management di piazza Cordusio sa il fatto suo ed è apparso "estremamente" fiducioso che la gestione accorta dei rischi attuata dal gruppo gli permetterà di limitare l'impatto della recessione sul conto economico.
Il consistente risultato netto conseguito nel 2008, ha sottolineato il presidente, Dieter Rampl, aprendo l'assemblea dei soci a Roma, "è un'importante conferma della nostra capacità di restare profittevoli anche in situazioni di grande difficoltà". Certo che, ha ammesso, anche se recentemente è emerso qualche segnale di miglioramento nella situazione finanziaria e congiunturale mondiale "non possiamo nasconderci che il prosieguo dell'anno sarà difficile".
Come Governi e Banche centrali, Unicredit ha fatto la sua parte adottando misure importanti per rafforzare la base patrimoniale sia in vista del peggioramento del quadro economico sia perchè, a fronte di una situazione difficile, coefficienti più elevati sono necessari per rassicurare i mercati.
"Il nostro gruppo, grazie alla presenza commerciale in Europa occidentale e centro-orientale, è una rete molto solida per affrontare le sfide del 2009 che certamente non sono facili", ha detto invece l'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, ribadendo quanto già preannunciato nell'appuntamento con gli analisti di Londra a marzo, ovvero il "buon avvio registrato nel 2009 con il contributo di tutte le divisioni a gennaio e a febbraio".
Il focus della strategia della banca milanese resta "sull'efficienza e sul controllo dei rischi", in quanto, ha sottolineato sempre Profumo, "i ricavi sono oggettivamente più volatili, mentre i costi sono sotto il nostro controllo" e il forte impegno nel sostegno alle famiglie e alle imprese, che si è già tradotto in misure molte consistenti, ha portato il totale dei crediti alle imprese e alle famiglie a 600 miliardi.
Quanto ai crediti nell'Europa Centrale e Orientale pesano ''solo per il 13%'' nel totale del gruppo Unicredit, di cui il 3,2% nella sola Polonia e il resto diviso fra i Paesi dell'area. Una diversificazione internazionale che, seppur comporta delle difficoltà nell'attuale crisi che ha colpito duramente alcuni paesi della Regione, ''è e tornerà a essere un fattore positivo sia per i soci che per i clienti e le imprese che possono contare sull'assistenza del gruppo all'estero''.
Oramai l'Italia conta sul 48% dei ricavi del gruppo seguita dalla Germania (27%), mentre il totale dei paesi del Centro ed Est Europa rappresenta il 30%. Unicredit continuerà anche a lavorare nell'attività di riorganizzazione del gruppo, concentrandosi soprattutto sulla banca commerciale. Si andrà avanti, inoltre, con la prevista fusione tra le divisioni Mib e Corporate "per rendere evidente, anche dal punto di vista organizzativo, che si tratta di attività al servizio della clientela".
Nei Paesi dell'Europa centro-orientale (Cee) il focus sarà spostato dalla crescita al controllo dei costi e nell'asset management "procederemo con la semplificazione dei prodotti e delle aree geografiche", ha delineato l'Ad, "a lavorare sulla riduzione dei costi" cosa che ha già trovato espressione, nei primi due mesi dell'anno in un'ulteriore riduzione dei dipendenti (-3.300 unità).
In Borsa oggi il titolo Unicredit sale dell'1,58% a 1,85 euro di concerto con le altre banche e con il mercato (+1,58%). E' scontata la conferma ai vertici del presidente Dieter Rampl e dell'Ad Alessandro Profumo, mentre i vicepresidenti dovrebbero scendere dagli attuali 5 a 4 e tra questi ci sarà Fahrat Bengdara, governatore della Banca centrale libica, salita in un anno dal 2% al 4,3% nel gruppo. Bengdara prenderebbe il posto di Berardino Libonati.
(da Francesca Gerosa, Milano Finanza)
lunedì 4 maggio 2009
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