Le banche italiane sono riuscite a evitare di caricarsi di titoli tossici. Lo ha detto Mario Draghi.
Il Governatore della Banca d'Italia ha spiegato che le banche italiane non hanno acquistato grandi quantità di titoli tossici per una "combinazione di fattori". Per esempio "non c'era una predisposizione a investire in cose che non conoscevano. Le banche erano, in media, profittevoli, non avevano veramente bisogno di cercare profitti piu' alti altrove".
"Il sistema bancario italiano negli ultimi tre anni ha attraversato grandi fusioni", il che ha "portato a notevoli 'due diligence' nel sistema, ripulendo numerose delle posizioni precedenti".
C'è una "ragione storica: negli anni Settanta alcune banche, quelle buone, avevano provato avventure negli Stati Uniti, ma per varie ragioni c'e' stato un bagno di sangue e quindi c'era una certa riluttanza a espandersi in quel mercato". Questo, "naturalmente, ha avuto una conseguenza importante poiché, non avendo clienti americani, non hanno dovuto rispondere agli alti tassi di rendimento".
"C'è anche una ragione strutturale: le banche italiane non hanno mai fatto affidamento sulla finanza all'ingrosso".
mercoledì 3 giugno 2009
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