giovedì 25 luglio 2013

Bpm, voto contrario a Sarubbi

La Repubblica spiega lo scontro con l'ufficio legale interno, sulla verifica dei requisiti di eleggibilità previsti dallo Statuto della popolare.

MILANO - Il consiglio di sorveglianza della popolare di Milano perde un pezzo: dopo una lunga (e non facile) discussione il cds della banca ha stabilito che il neo-consigliere Giacinto Sarubbi non ha i requisiti per essere eletto, secondo il dettato dello Statuto della popolare. A quanto sembra, non era stato interamente coperto il periodo di tre anni consecutivi di permanenza in un cda di una società
quotata; dunque, fermo restando i requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza del consigliere in questione, di cui il cds dà atto a Sarubbi, mancava questo altro aspetto per poter essere eletto nel consiglio.
Ma la discussione non è stata né breve né semplice: sembra anzi che ci sia stato uno scontro (un "battibecco", viene definito da alcuni) tra qualche consilgliere e l'ufficio legale della banca, che aveva espresso parere contrario alla nomina, proprio in riferimento ai criteri prescritti dall'articolo 47 (comma 5, punto i) dello Statuto.
La spaccatura all'interno del cds è evidente anche nei numeri: 11 hanno votato a favore della decadenza del consigliere, cinque lo hanno invece sostenuto (e tra questi, quelli più vicini alla ex corrente degli Amici, secondo le ricostruzioni) e uno si sarebbe invece astenuto.
L'appuntamento vero è tra un paio di giorni, quando la Banca d'Italia consegnerà il verbale della lunga ispezione. L'attesa è carica di tensione e ogni parola sarà soppesata fino in fondo.

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