giovedì 9 luglio 2009

Il ruolo delle nuove bad bank tedesche

"Le nuove bad bank tedesche in cantiere possono essere variamente giudicate: positivamente, anzitutto, da chi apprezza la decisione di Berlino di separare infine le "terre dalle acque" dopo il Diluvio universale dei subprime e dei derivati. Nessun sistema-paese finora l'ha fatto: la violenza della crisi ha in fondo facilitato i Governi ad aiutare i banchieri con sussidi diretti in conto capitale. Ora l'intendimento di "far chiarezza" sull'entità dei "titoli tossici" sembra davvero rispondere all'appello pressante di G-20 e Fmi (in particolare l'Fsf-Fsb guidato dal Governatore Bankitalia, Mario Draghi): stabilire definitivamente qual è il conto della crisi (l'ultima cifra finora è 4.100 miliardi di dollari); dare nomi, cognomi e indirizzi precisi alle perdite da smaltire presso le singole banche (o almeno i singoli paesi); programmare tempi e modi di ammortamento. Su quest'ultimo versante, la Germania ha assunto un primo orientamento che sta già facendo discutere: i titoli tossici verranno scorporati nelle "discariche" al valore del 30 giugno 2008. Valori precedenti al crack della Lehman Brothers e quindi alla fase terminale del collasso dei mercati. Poiché le "bad bank" godranno di altri aiuti pubblici o di trattamenti fiscali particolari, è evidente che le banche potranno liberarsi di titoli problematici (che oggi hanno valore nullo) attribuendo loro un valore, magari neppure simbolico. Le banche potranno quindi ridurre parecchio le perdite contabili, addossandole a strumenti di "incenerimento" che saranno di fatto finanziati o dallo Stato o dal sistema delle banche centrali. Le banche tedesche (alcune tuttora sotto il controllo pubblico federale del Land, indubbiamente poco vigili) potranno quindi riacquistare molta libertà di movimento: sia nella gestione che in possibili processi di riassetto interno. E la Germania è il paese europeo meno avanzato nelle fusioni e acquisizioni. I tre grandi comparti (Landesbanken-Sparkassen; Volksbanken e Raffaisenbanken cooperative e giganti privati come Deutsche Bank, Commerzbank e Dresdner Bank) non hanno avviato concentrazioni "miste" com'è invece accaduto in Italia già più di un decennio fa." (Il Sussidiario)

Nessun commento:

Posta un commento