Alessandro Merli scrive su Il Sole 24 Ore di uno dei grandi cambiamenti prodotti nella finanza globale dalla crisi degli ultimi due anni: lo spostamento del baricentro del sistema bancario internazionale verso i paesi emergenti, i cosiddetti Bric (Brasile, Russia, Cina e India).
“Nel 1999 - si lege sul Sole - tutte, meno una, le prime 25 banche del mondo per capitalizzazione di mercato appartenevano alle tre grandi potenze tradizionali della finanza, Stati Uniti, Europa e Giappone. Oggi gli istituti dei tre maggiori mercati rappresentano meno dei due terzi della capitalizzazione delle Top 25, secondo dati di una ricerca della Deutsche Bank.
La grande ritirata ha colpito soprattutto gli istituti basati negli Stati Uniti e quelli giapponesi, e, in misura minore, quelli europei.
Il resto del vertice del sistema è occupato oggi dalle banche cinesi, che si sono quotate fra il 2005 e il 2007, ma anche da quelle dei paesi avanzati che sono stati relativamente meno colpiti dalla crisi, come Canada e Australia.
Un segnale in questo senso è venuto a inizio agosto anche dall'acquisto delle attività asiatiche della britannica Rbs da parte dell'Anz. Si sono affacciati temporaneamente fra le prime 25 anche brasiliani e russi.”
Secondo Merli, anche dopo la fine della crisi, difficilmente le cose torneranno come prima.
La crescita di lungo periodo dei grandi mercati emergenti renderà con ogni probabilità permanente lo spostamento a favore delle banche dei paesi emergenti.
lunedì 24 agosto 2009
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