MILANO - Andrea Bonomi ci riprova. Ma stavolta sceglie di volare più basso, sperando in cambio di portare a casa un risultato concreto invece delle cocenti sconfitte assembleari che ha collezionato nelle precedenti occasioni. Sta di fatto che nelle ultime ventiquattro ore, a cavallo tra la serata di martedì e il pomeriggio di mercoledì, il presidente del consiglio di gestione della Bpm ha incontrato il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, della Fabi, Lando Sileoni, della Fisac Cgil, Agostino Megale, e della Fiba Cisl, Giulio Romani.

A questo punto, illustrata la direzione che si intende prendere, si tratterà di trovare le soluzioni tecniche (per la riscrittura dello Statuto era stato a suo tempo allertato Guido Rossi). Ma quello che occorre è trovare un'intesa di massima, che regga al vaglio del voto assembleare per la riforma dello Statuto: si sta pensando ad una riduzione dei consiglieri del cds e soprattutto alla riduzione della presenza dei dipendenti (pensionati compresi) sotto il 50%. In questo consiglio di sorveglianza rinnovato nella forma e nella composizione dovrebbe trovar posto, come presidente, lo stesso Andrea Bonomi. I rappresentanti dei soci di capitale infatti dovrebbero a loro volta fare un passo indietro rispetto al consiglio di gestione, che passerebbe da cinque a sette membri (oltre a Bonomi, pare sia intenzionato a fare un passo indietro anche Dante Razzano).
Non è detto che, in questa riorganizzazione complessiva, lo stesso amministratore delegato Piero Montani resti al suo posto: ma allo stato si tratta di illazioni e ipotesi ancora embrionali. Quello che è più chiaro è il percorso: una riscrittura dello Statuto che salvi la forma popolare ma superi le anomalie che hanno finora caratterizzato la popolare di Milano. Il tempo stringe: entro il 23 settembre vanno date le risposte al verbale della Banca d'Italia, entro fine ottobre va varata la nuova governance e, a seguire, ci vuole l'assemblea straordinaria che approvi i cambiamenti. Solo a quel punto potrà partire l'aumento di capitale da 500 milioni.
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