lunedì 25 maggio 2009

Crisi: additare le banche è un errore

Tra gli effetti della crisi finanziaria c’è il crollo della fiducia dei risparmiatori nel sistema creditizio. Ma “al di là del facile consenso immediato, a poco serve additare i banchieri al pubblico ludibrio come gli untori del secolo”, sostiene Marco Onado, professore di economia dei mercati finanziari alla Bocconi, intervenuto ieri alla Bocconi all’incontro “Comprereste un mutuo usato da questo banchiere?”.

Negli ultimi anni le famiglie americane hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità, indebitandosi fino al 150 per cento del proprio reddito. Ciò ha significato un ribaltamento totale rispetto al vecchio mondo della finanza, “in cui le famiglie risparmiavano e le banche o i mercati fornivano prestiti alle imprese”, ha spiegato Onado. “Di qui una svolta radicale nel modus operandi delle banche. Non più concessione di prestiti da detenere fino a scadenza, ma trasferimento ad altri del rischio. La parola d’ordine è securisation”.
“Partita per diventare dispensatrice di benessere, la finanza è stata colta da un’ambizione che l’ha portata alla perdizione. C’è una componente di avidità che però non è la causa ultima, ma semmai una sorta di danno collaterale di una situazione che metteva le banche in una posizione di vantaggio rispetto agli altri settori. I banchieri non sono gli untori del secolo, ma al massimo i topi nel formaggio”.

“Scoppiata la crisi, affermare però che serve più Stato e meno mercato “è al tempo stesso una banalità e un errore. Primo, perché l’intervento statale nel settore bancario ha prodotto danni largamente superiori ai pochi vantaggi. Secondo, perché il mercato ha sbagliato per colpa dell’eccessiva indulgenza con cui lo Stato ha guardato a una crescita esuberante ed incontrollata, senza dettare regole adeguate. Terzo, perché per tamponare la crisi si è già realizzata una manovra protezionista e di rafforzamento dei campioni nazionali, che deve essere prontamente riassorbita, pena la distruzione dei meccanismi concorrenziali nel sistema finanziario”.

(da crisi-finanziaria.blogspot.com)

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