Riporto queste considerazioni dall'ottimo blog intermarketandmore.investireoggi.it:
"Lo scenario mi sembra abbastanza chiaro. Ormai negli USA assistiamo (e ne vedremo ancora) diverse fusioni/incorporazioni. Il piano Paulson non può non passare, magari con qualche modifica o limitazione.
A conferma che negli USA la situazione è già in uno stadio più avanzato che in Europa (senza però dimenticare che qui le cose erano comunque ben peggiori).
Alla fine ci ritroveremo con alcuni grandi colossi che, come degli highlander, domineranno la scena, passeranno momenti difficili, ma ne verranno fuori.
Europa? Come negli USA…
E in Europa? Molto probabilmente capiterà lo stesso. Però , come vedete, siamo ancora ad uno stadio embrionale. Mi verrebbe quasi da dire che, a livello temporale, siamo ai tempi della prima grande operazione di Bail Out, quella tra Bear Stearn e JP Morgan.
Probabilmente siamo già più avanti. Ce lo dimostrano i “bail out” (ormai va di moda…) di Dexia e di Fortis, diventate tutto di un colpo nazionalizzate.
Ma come scrivevo in alcuni commenti della settimana scorsa, ci sono banche che , invece, sarebbero difficilmente salvabili in Europa, vista la loro drammatica grandezza e il loro cospicuo passivo.
Qualche nome?
Senza fare terrorismo direi Ing Bank, Barclays o Deutsche Bank.
Ho pensato nel cappello tre nomi di banche che, effettivamente, un po’ per i derivati e un po’ per l’esagerata leva finanziaria, hanno una situazione non proprio florida.
Quindi, aspettiamoci pure, nelle prossime settimane, un aggravamento della situazione bancaria europea, con fusioni, incorporazioni e…bail out (salvataggi) dell’ultimo minuto, magari di banche che , fino al giorno prima, spergiuravano di essere ipersolide e con le casse piene di liquidità.
Ormai io non mi sorprendo più di nulla."
(http://intermarketandmore.investireoggi.it)
giovedì 11 giugno 2009
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