Usciremo dalla crisi finanziaria o saremo travolti dal crollo delle banche?
Secondo Paolo Annoni (Il Sussidiario), sono tre i possibili scenari.
- Primo scenario, il più ottimista, nonché il più in voga, ma anche il più improbabile:
Sarà possibile uscire dalla crisi già alla fine del 2009, mentre il 2010 sicuramente sarà un anno di marcato recupero.
Questa ipotesi si fonda su due assunti solo apparentemente inconfutabili: "la prima è che l’economia ha già toccato il fondo e visto il peggio e che quindi avremo davanti miglioramenti e buone sorprese; la seconda è che il sistema bancario è stato puntellato e se mai dovesse mostrare ancora segni di squilibrio, un’azione coordinata statale vi porrebbe rimedio come già più volte accaduto".
- Secondo scenario, apocalittico, ma, almeno secondo Annoni, probabile:
"Al primo nuovo scossone si avvierà una catena di crolli che le finanze statali non saranno più in grado di fermare, se non immettendo così tanta liquidità da produrre effetti ugualmente devastanti".
- Secondo scenario, altrettanto probabile ma senza disfattismi:
"Una lenta, faticosa, ma non traumatica, uscita dalle follie finanziarie che ci hanno portato a questo punto.
Tutti a qualsiasi livello stanno facendo il possibile per evitare che gli squilibri di cui sopra arrivino al punto di rottura, ma ciò non basta per una rapida uscita dalla crisi e soprattutto per rivedere il contesto economico in cui si è vissuti nel 2007. Come in casi ben più micro e individuali, un eccesso di debito e di leva si guarisce con anni di risparmi e economie, così è probabile che occorrano anni per riportare debiti statali e bancari ai livelli pre-crisi, mentre nel frattempo l’economia si troverebbe alle prese con tassi di crescita bassi e da old economy”.
Sposare questa tesi, che sembra ragionevole e non è né da ottimista ingenuo né da disfattista fatalista, ma al contempo "dà tutta la misura dello sforzo e dell’intelligenza richiesti per porre rimedio alle follie finanziarie di molti".
mercoledì 10 giugno 2009
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