venerdì 12 aprile 2013

Per Andrea Cingoli di Banca Esperia vince chi rischia e diversifica

Andrea Cingoli
Andrea Cingoli, a.d. Banca Esperia
Andrea Cingoli, amministratore delegato dal 2009 di Banca Esperia, non ha dubbi, le ricette vincenti sono la diversificazione e la globalizzazione dei portafogli. Tuttavia -  spiega Andrea Cingoli in un’intervista al Corriere - questo non è un concetto semplice considerando che per il 70 per cento gli asset degli italiani sono investiti in Europa. “L'eurocentricità,  ci contraddistingue. Invece l'orizzonte è totalmente cambiato, ma è chiaro che il processo di adattamento è per forza lento”. Il problema sta nella globalizzazione degli investimenti che va di pari passo con il concetto di rischio; dove meno conosco, più incertezze incontro. Andrea Cingoli è categorico: “la logica del free risk va superata, semplicemente perchè non esiste più”. Gli esempi sono chiari: in Italia si è sempre cercato l’investimento a rendimento elevato ma con rischio zero. Non per niente l’inizio si ha avuto con i Bot con rendimenti a doppia cifra, per poi passare, con l’avvento dell’euro, alle obbligazioni di stato estere che hanno portato ai bond argentini. Come se non bastasse si è ripiegato sui corporate bond dove ci ricordiamo di Parmalat e Cirio e a quel punto si è finiti sui bond bancari per far scoppiare il caso Lehman.

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