A partire dal secondo trimestre 2009 il Crédit Agricole consoliderà la quota in Intesa Sanpaolo con il metodo del patrimonio netto e non più in base al valore di Borsa delle azioni dell'istituto italiano. Lo annuncia la stessa banca francese, precisando che la modifica della valutazione segue "la firma del patto" di consultazione con Generali.
Intanto l'accordo tra la Banque Verte e Generali sul capitale di Intesa rimarrà aperto all'ingresso della Fondazione Cariparma per quasi un anno. «Le parti proporranno alla Fondazione Cariparma di aderire al presente accordo, entro e non oltre 40 giorni prima della prima assemblea ordinaria della banca chiamata a nominare il consiglio di sorveglianza», si legge nel testo integrale dell'accordo consultato da Radiocor. Il consiglio sarà nominato dall'assemblea degli azionisti a fine aprile 2010.
Il testo completo dell'accordo, rispetto all'estratto già pubblicato, precisa che, fino a quando resteranno in carica l'attuale consiglio di sorveglianza e di gestione di Intesa Sanpaolo, i componenti nominati da Generali (il presidente della compagnia Antoine Bernheim in consiglio di sorveglianza e l'ad Giovanni Perissinotto in consiglio di gestione) «si considerano esser stati nominati su indicazione e/o candidatura sia di Credit Agricole, sia di Generali».
Antoine Bernheim e Giovanni Perissinotto sono inoltre chiamati a partecipare alle consultazioni preventive tra i due partner in occasione di assemblee o consigli della banca su materie strategiche per uno o entrambi i soci. Inoltre, nel caso Generali dovesse cedere in tutto o in parte le sue azioni Intesa Sanpaolo prima del rinnovo degli organi di Intesa, se Crédit Agricole non recederà dal patto, «Generali incoraggerà i componenti dei consigli nominati su sua indicazione a restare in carica fino alla nomina del nuovo consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo».
Il testo completo dell'accordo conferma quindi l'intenzione del gruppo francese di partecipare alla governance di Intesa Sanpaolo e di incidere sulla nomina del prossimo consiglio di sorveglianza, un ruolo attivo del Crédit Agricole che gli impegni presi con l'Antitrust da Intesa Sanpaolo al momento della fusione escludono, ma che può consentire alla banca francese di definire la quota del 5,823% strategica e quindi di evitare una svalutazione da quasi 2 miliardi.
I tempi per un richiamo dell'Antitrust al rispetto dei patti sono tali da consentire all'Agricole, in caso di recupero dei listini, di superare l'impasse: dopo una prima richiesta di chiarimenti, già avviata, se l'Authority ritiene di trovarsi di fronte a un caso di inottemperanza, ha fino a 90 giorni di tempo per avviare il procedimento relativo che è tenuto a concludersi normalmente entro 90-180 giorni. La possibile sanzione ricadrebbe su Intesa Sanpaolo e ammonta, per le banche, dall'1% al 10% dell'attivo patrimoniale.
(da Il Sole 24 Ore)
giovedì 7 maggio 2009
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